La proposta di legge per il salario minimo è stata bocciata con un emendamento soppressivo del centrodestra. La maggioranza ha dichiarato più volte di preferire altre soluzioni alla proposta presentata dalle opposizioni. “Nonostante le numerose audizioni svolte in commissioni, la maggior parte delle quali hanno espresso contrarietà a un salario minimo regolato per legge, le opposizioni hanno preferito fare di un tema così importante un totem di propaganda in vista dell’estate, ponendo un muro sulla proposta da noi avanzata di una discussione a 360 gradi sulla contrattazione, il welfare aziendale e lavoro povero da avviare a settembre”, hanno dichiarato, secondo Il Sole 24 Ore, fonti della maggioranza.
“Stiamo lavorando per dare risposte adeguate“, spiega il Governo
Il Governo intende “continuare nel lavoro avviato su provvedimenti che hanno già dato i loro frutti e quelli che tra qualche giorno arriveranno in Parlamento. Il tema dei salari è nell’agenda politica del centrodestra e stiamo lavorando per dare risposte adeguate e non solo strumentali e inattuabili“.
Il ddl che comunque giungerà in Aula il prossimo 28 luglio, è stato sottoscritto da tutti i gruppi di opposizione fatta eccezione il gruppo di Italia Viva. Con la proposta si intende stabilire un trattamento economico complessivo non inferiore a 9 euro l’ora per tutti i lavoratori, anche subordinati, parasubordinati e autonomi. Secondo alcuni calcoli Istat, gli aumenti riguarderebbero circa tre milioni di lavoratori, con un aumento medio di 804 euro a rapporto.

“Non credo al salario minimo per legge perché io credo alla buona contrattazione collettiva e credo veramente nel valore delle parti sociali e soprattutto nel valore rappresentato dalla qualità delle relazioni industriali in Italia“, ha detto Marina Elvira Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Le reazioni dell’opposizione
“La maggioranza presenta un emendamento per cancellare con un tratto di penna la proposta delle opposizioni sul salario minimo senza offrire neanche la possibilità di un confronto, di un dialogo“, afferma Schlein. “Ma così facendo non umilia le opposizioni: umilia lavoratrici e lavoratori poveri, abbandonandoli alla morsa dell’inflazione e alle conseguenze disastrose dei provvedimenti di questo governo“. “Chi sopprime la possibilità di far uscire lavoratori e lavoratrici dallo sfruttamento e dalla povertà si qualifica da solo: stiamo parlando di 3 milioni e mezzo di persone con un salario minimo orario inferiore ai 9 euro. Quanta arroganza ci vuole per rifiutarsi di prenderli in considerazione?“, continua. Giuseppe Conte assicura: “Continueremo a oltranza e senza sconti la nostra battaglia in Aula“.