Piano Mattei, cos’è e cosa prevede

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sarebbe pronta a presentare in Parlamento il nuovo progetto del Governo per la cooperazione tra Europa e Africa

Il Premier Giorgia Meloni e il piano Mattei | @palazzochigi
Newsby Federica Cirone 4 Ottobre 2023

“Il piano Mattei per l’Africa è un progetto strategico italiano su cui puntiamo a coinvolgere l’Europa soprattutto, che stiamo elaborando, che porteremo in Parlamento” e sul quale “chiederemo il coinvolgimento di tutti”. Con queste parole il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in occasione della sua partecipazione al Festival delle Regioni di Torino, ha riportato al centro del tavolo delle discussioni l’ancora ignoto piano Mattei.

Secondo le indiscrezioni, il nuovo progetto del Governo sarà infatti presentato in Parlamento entro il mese di ottobre. In base alle anticipazioni rilasciate dal premier Meloni, si tratta di un nuovo regime nella gestione dei rapporti tra Italia e Africa attraverso un “modello di cooperazione non predatorio, in cui entrambi i partner devono poter crescere e migliorare”. Tra le ambizioni del piano Mattei, il totale sganciamento dal gas russo entro due anni, con la possibilità di trasformare l’Italia in un nuovo hub energetico tra il Nord Africa e l’Europa. Infatti, tramite la costruzione di nuovi gasdotti, l’Italia potrebbe ambire a diventare un esportatore di gas naturale e di idrogeno verso Germania e Austria, oltre a un diretto punto di snodo tra il Nord Africa e i Paesi dell’Europa centrale e settentrionale.

A tal proposito, il Premier Meloni ha ribadito la necessità dell’Italia di lavorare in strategia con i Governi africani per riuscire a sfruttare al massimo l’energia del continente, in un lavoro di collaborazione strategica che frutterà per entrambi le parti in causa.  “Chiederemo il coinvolgimento di tutti”, ha aggiunto Meloni spiegando che si tratta di fare “scelte strategiche che sono mancate spesso alla nostra nazione e forse anche all’Europa”.

Probabilmente, l’attuazione del piano Mattei diventa molto urgente per il Consiglio dei Ministri se si pensa alla drammatica situazione delle ondate migratorie, ma l’accelerazione sulla fattibilità del progetto si inserisce anche nel bisogno di sganciarsi quanto prima dalla dipendenza dal gas russo.

Cos’è il Piano Mattei

Il piano Mattei per l’Africa sembra essere una strategia ambiziosa che mira a consolidare il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo e in Europa, garantire la sicurezza energetica e promuovere la crescita economica attraverso la diversificazione delle forniture energetiche e l’espansione delle relazioni politiche ed economiche con i Paesi del Mediterraneo e dell’Africa.

Da sempre, il Presidente del Consiglio Meloni si riferisce al Piano Mattei per l’Africa e il Mediterraneo definendolo “un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione Europea e nazioni africane, anche per contrastare il preoccupante dilagare del radicalismo islamista, soprattutto nell’area sub-sahariana. Ci piacerebbe così recuperare, dopo anni in cui si è preferito indietreggiare, il nostro ruolo strategico nel Mediterraneo”.

Sebbene non se ne conoscano i dettagli, questo piano sembra essere una strategia volta a intensificare la collaborazione tra l’Unione Europea e le nazioni africane per promuovere la crescita economica e contrastare il radicalismo islamista. Il riferimento a Enrico Mattei, noto per aver lavorato per l’ENI e per la sua visione di promuovere l’indipendenza energetica dell’Italia, potrebbe suggerire che l’energia sia un elemento centrale di questa strategia.

I viaggi del Premier in Africa, in particolare in Algeria e Libia, indicano un impegno diretto del governo italiano nel Mediterraneo e nell’Africa settentrionale. Questi viaggi possono essere interpretati come un segnale della volontà dell’Italia di rafforzare la sua presenza in queste regioni e di sfruttare opportunità politiche ed economiche. Infatti, l’Italia ambisce ad aumentare l’influenza nel Mediterraneo tramite l’energia, in primo luogo il gas, consolidando al contempo la sua sicurezza energetica, riducendo del tutto la dipendenza dalle forniture russe entro l’inverno 2024-2025, come indicato dallo stesso Amministratore Delegato di ENI Claudio Descalzi. Pertanto, aumentare il portafoglio dei Paesi fornitori aiuterà a non dipendere troppo da fattori esterni, ma investire in un Paese politicamente instabile come la Libia, come anche l’Algeria, l’Azerbaigian e l’Etiopia rappresenta sempre delle incognite.

Antonio Tajani, Giorgia Meloni e Matteo Salvini
Da sinistra: il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, il Premier Giorgia Meloni, il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida | @palazzochigi

Ma non è solo l’energia al centro dei disegni del piano Mattei: l’altro tema, quanto mai stringente, è la gestione dei migranti. Dalle azioni messe in campo per attuare il il progetto di cooperazione Italia-Africa infatti si delineeranno anche i progetti del governo Meloni per arginare il problema degli sbarchi.

L’analisi di Antonio Tajani

Anche il vicepresidente del Consiglio, nonché Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani si è espresso in merito a un piano di cooperazione tra Italia e e Africa, sviluppato in diverse aree di collaborazione, tra cui l’agroindustria, la transizione energetica, la lotta ai cambiamenti climatici, lo sviluppo delle infrastrutture fisiche e digitali, la formazione professionale.

L’obiettivo principale rimane quello di coordinare le attività italiane verso priorità condivise e mobilitare risorse, non solo pubbliche. Infatti, Tajani ha sottolineato l’importanza di incrementare le joint venture per sfruttare le risorse naturali dell’Africa e coinvolgere i lavoratori locali, contribuendo così alla crescita economica. Secondo il Ministro degli Affari Esteri, si tratterebbe di un efficace strumento per stabilizzare le regioni in crisi, affrontare le cause dell’emigrazione e contrastare il radicalismo.

Inoltre, Tajani ha evidenziato il ruolo cruciale della cooperazione allo sviluppo e l’impegno italiano nell’assistenza all’Africa. Ha sottolineato la necessità di un sostegno europeo più ampio, una sorta di “piano Marshall europeo per l’Africa”, coinvolgendo organizzazioni e istituzioni finanziarie internazionali. 

I Paesi coinvolti

Il Piano Mattei coinvolge diversi Paesi, con particolare attenzione a quelli della sponda sud del Mediterraneo, come la Libia e la Tunisia. Il rapporto tra l’Italia e la Libia ha una lunga storia, e negli ultimi anni si è intensificato ulteriormente, rafforzato da iniziative che hanno incluso la donazione di navi alla Guardia Costiera libica per migliorare la sicurezza nel Mediterraneo.

Gli interessi principali dell’Italia in quest’area sono legati al petrolio e al gas, con ENI in prima linea nella gestione di numerosi giacimenti in Libia. Durante l’ultimo viaggio in Libia, il Premier Meloni ha presenziato alla firma di un accordo proprio tra Eni e la National Oil Corporation libica per lo stanziamento di un investimento di circa 7,3 miliardi di euro per lo sfruttamento di due giacimenti al largo della Libia a partire dal 2026. Inoltre, il governo italiano ha siglato un nuovo memorandum d’intesa con la Libia riguardante la gestione delle questioni legate ai migranti, dimostrando così l’intenzione di affrontare – e possibilmente arginare – anche questa problematica nell’ambito del Piano Mattei.

Il Primo Ministro olandese Mark Rutte, il Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen e il Premier Giorgia Meloni
Il Primo Ministro olandese Mark Rutte, il Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen e il Premier Giorgia Meloni | @palazzochigi

Un altro paese cruciale nella strategia italiana è la Tunisia. Durante la visita del Premier Meloni insieme alla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e al Primo Ministro olandese Mark Rutte, nel giugno 2023, è stato annunciato lo stanziamento immediato di 105 milioni di euro per sostenere la guardia costiera e la polizia di frontiera tunisine. Si tratta di una mossa particolarmente significativa, dal momento che la Tunisia svolge un ruolo chiave nelle forniture di gas dall’Algeria all’Italia attraverso il gasdotto Transmed, che attraversa il paese prima di raggiungere Mazara del Vallo in Italia. Pertanto, i rapporti con il governo tunisino giocano un ruolo chiave nel processo di diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico italiano, soprattutto dopo gli importanti accordi di fornitura con l’Algeria, che hanno contribuito a ridurre la dipendenza dall’energia russa.

Nel corso del 2022, i flussi di gas provenienti dal gasdotto Transmed sono aumentati in modo significativo, registrando un incremento del 113% rispetto all’anno precedente, con un totale di circa 25 miliardi di metri cubi di gas consegnati. L’azienda di stato algerina, Sonatrach, ha anche concordato con Eni un ulteriore aumento delle forniture a partire dal 2023-2024.

Infine, sono in corso progetti che potrebbero essere implementati in diversi paesi africani, soprattutto nell’ambito dell’economia circolare. Questi progetti coinvolgono paesi come il Congo, la Costa d’Avorio, il Kenya, l’Angola, il Benin e il Ruanda, dove Eni sta lavorando alla strategia di approvvigionamento sostenibile di materie prime per le bioraffinerie. Questi sforzi comprendono nuove forme di partenariati a lungo termine con l’agricoltura locale, lo sviluppo di una rete di agri-hub e l’ottimizzazione dell’uso delle risorse agricole, senza competere con la catena alimentare.

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