Emilia Romagna, il punto della situazione a quasi tre mesi dal disastro

Non sembra volersi placare lo scontro politico su i fondi a sostegno della Regione nella fase di ripresa post alluvione. In molti ancora li attendono...

Immagine | Ansa @Emanuele Valeri - Newsby.it
Newsby Gianluca Pirovano 14 Agosto 2023

L’Emilia Romagna ha, suo malgrado, dovuto fare i conti con un disastro. L’alluvione che ha travolto la regione ormai tre mesi fa ha lasciato danni indelebili sul territorio. Danni a carico delle amministrazioni pubbliche, a strade e infrastrutture varie, ma anche a carico di privati. Case, quindi, ma anche aziende e campi coltivati. Per interderci, stando ai numeri di Coldiretti, le imprese danneggiate sono oltre 21mila, con danni per più di 1,1 miliardi di euro. La partita ora si è, però, spostata nel campo della politica. Da una parte il presidente della Regione Stefano Bonaccini e dall’altra il Governo guidato da Giorgia Meloni. Al centro, il tema degli indennizzi, promessi, ma non ancora arrivati a destinazione.

Emilia Romagna, dopo il disastro a che punto siamo?

Restando sempre sul tema dell’agricoltura, al momento le aziende hanno ricevuto soltanto le briciole. I fondi di crisi della Pac non saranno, infatti, sbloccati prima della fine dell’anno. Per il resto, dal Governo, nulla. L’unico sostegno alle imprese è arrivato dalla Regione, ma si tratta, appunto, di briciole. Parliamo di circa 3mila euro a cui se ne dovrebbero aggiungere altri 2mila. Fondi che sono, però, insufficienti. Non c’è da fare i conti soltanto con i danni veri e proprio, ma anche con le criticità che permangono sul territorio. Un esempio, in questo senso, sono le strade vicinali o di colline interrotte ancora da frane e smottamenti, che rendono particolarmente complesso il lavoro.

Alluvione in Emilia Romagna
Alluvione | Foto ANSA @TOMMASO ROMANIN – Newsby.it

Le alluvioni sono state la manifestazione da manuale della crisi climatica. La situazione a distanza quasi tre mesi è ancora tragica – aggiunge Giacomo Zattini, che abita nella campagna forlivese, al Corriere della Sera – In pianura tutto una coltre di fango spessissima ha coperto i terreni e ha spazzato via le colline a seminativo. Penso ci vorranno diversi anni perché i terreni si riprendano e per la rimessa a frutto delle colture. Questo rischia di impattare sull’export della regione, oltre che su un’attività che è fortemente legata alla nostra cultura“.

La battaglia degli indennizzi

Queste parole sono soltanto un esempio delle difficoltà che stanno affrontando molti cittadini. Anche per questo lo scontro interno alla politica è sempre più aspro. Bonaccini non ci è di certo andato giù leggero: “Abbiamo ricevuto la risposta della presidente Meloni e purtroppo non è positiva. A maggior ragione, ribadisco la richiesta di un incontro per trovare, insieme e con spirito di collaborazione, le risposte più efficaci per persone e imprese colpite dall’alluvione, che chiedono solo una cosa: tornare alla normalità e poter ripartire. Ricevendo il 100% degli indennizzi, come promesso dal Governo“. Le parole di Bonaccini sono la risposta a quanto dichiarato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La premier aveva, infatti, evidenziato come dal Governo, nella fase post alluvione, siano state messe a disposizione risorse per 4,5 miliardi: “Non bisogna cedere alla fretta e alla frenesia – ha evidenziato – che pare rispondere al desiderio di qualcuno di avere un po’ di visibilità, alimentando polemiche inutili“.

Confermo – ha ribattutto Bonaccini – che al di là di quanto attivato da me insieme al Dipartimento nazionale di Protezione civile, nulla è arrivato in termini di indennizzi a famiglie e imprese colpite: certo, i due Decreti adottati dal Governo hanno definito una serie di misure che però, lo si chieda ai cittadini, in questo momento non risultano funzionare, né per il ritorno alla normalità delle famiglie, né per la ripartenza positiva delle imprese“.

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