Salvini, sponsor sul giaccone: dopo Audi e Colmar il caso arriva in Regione

Non solo l'attacco del sindaco in Polonia: Salvini con sponsor chiaramente riconoscibili ha indotto i marchi in questione a dire la loro via comunicato

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Newsby Marco Enzo Venturini 10 Marzo 2022

La visita di Matteo Salvini a Przemysl, cittadina della Polonia che si trova alla frontiera con l’Ucraina, continua ad avere conseguenze. Se infatti il primo effetto della sua presenza sul luogo si è concretizzata nella pubblica reprimenda del sindaco Wojciech Bakun, ora si torna a discutere dell’abbigliamento del segretario della Lega. E in particolare del giaccone sportivo, pieno di marchi anche molto riconoscibili.

Il momento dell’incontro con la stampa è diventato particolarmente imbarazzante per Salvini quando Bakun ha preso la parola. Il sindaco di Przemysl, peraltro collocato politicamente a destra, ha attaccato il leader della Lega per i suoi passati atti di apprezzamento verso Vladimir Putin. “Gliela regalo, perché ritengo insultante la sua visita qui. Non ho rispetto per lei“, ha dichiarato Bakun mentre poneva una t-shirt con il volto del presidente della Russia sui microfoni di fronte a lui. Ma cosa c’entrano le aziende il cui marchio compariva sul giaccone in questione?

Salvini, sponsor in Polonia? La risposta di Audi e Colmar, interrogazione in Regione

La risposta è presto detta. L’impressione avuta da diversi osservatori, in Italia e non solo, è che Salvini si sia recato in Polonia con alcuni sponsor personali o di partito. Una lettura che però i marchi in questione non condividono. Tanto da aver avvertito l’esigenza di prendere le distanze via comunicato. E non solo.

Interno di un'Audi, con logo chiaramente visibile sul volante
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La prima azienda a rompere il silenzio sulla questione è stata Audi Italia. I quattro cerchi tipici della casa automobilistica, infatti, erano ben visibili nel logo più alto della giacca di Salvini. Per la precisione, sul pettorale sinistro. “In merito a quanto erroneamente evidenziato a mezzo social circa l’associazione del marchio Audi alle esternazioni, passate, presenti o future di una rappresentanza politica italiana, Audi Italia rimarca con fermezza la piena adesione alle regole di compliance del Volkswagen Group Italia, che impediscono qualsiasi forma di promozione o sponsorizzazione di personalità politiche – si legge sull’account Twitter dell’azienda –. Audi Italia unitamente a Volkswagen Group Italia conferma inoltre la propria assoluta opposizione alla guerra in ogni sua forma“.

Messaggio analogo è arrivato da parte di Colmar, produttore della giacca di Salvini in Polonia. “In merito a quanto emerso a mezzo social circa l’associazione erronea del marchio Colmar alle esternazioni di una rappresentanza della politica italiana, Colmar rimarca la propria opposizione a qualsiasi forma di promozione o sponsorizzazione di personalità politiche italiane ed estere e di qualsiasi loro esternazione passata, presente o futura. Colmar afferma la propria assoluta opposizione alla guerra in ogni sua forma“, ha scritto su Twitter la casa di abbigliamento.

Giacca Salvini: l’interrogazione in Regione Lombardia

La questione è arrivata addirittura in Regione Lombardia, con un’interrogazione presentata in data 8 marzo dal consigliere di minoranza Luigi Piccirillo. Ciò che si domanda è “se Regione Lombardia ed AREU hanno espressamente autorizzato Matteo Salvini ad utilizzare i loghi istituzionali sul giubbotto che lo stesso ha indossato in occasione della sua visita ai profughi ucraini“. Secondo il consigliere, quella del leader della Lega è una “vergognosa operazione” e domanda “come sia stato possibile che una persona senza alcun titolo regionale per indossare la nostra divisa, abbia utilizzato AREU per propri interessi personali“.

AREU è l’Agenzia regionale emergenza urgenza. Si tratta di un’agenzia sanitaria istituita dalla regione Lombardia, che si occupa del servizio sanitario di emergenza e urgenza all’interno del territorio regionale. “Ricordiamo che i giubbotti con il marchio AREU non sono in vendita nelle bancarelle, ma in dotazione ai lavoratori e pagati con i soldi dei contribuenti, AREU è un’agenzia governativa e non un’azienda privata. Vedere Salvini indossare il nostro giubbotto in Polonia davanti alle telecamere di fotografi e giornalisti con il sindaco di Przemysl, Wojciech Bakun, in un’operazione propagandistica, ci ripugna e offende come lavoratori e lavoratrici“, spiega ancora Piccirillo.

Matteo Salvini con cartelli a favore dell'Ucraina
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La vicenda, inevitabilmente, è più complessa di così. A provare a fare chiarezza era stato Salvini in persona, affermando di essersi recato in Polonia al seguito della “Ripartiamo Onlus”. Indossando, appunto, un giaccone fornito da tale organizzazione umanitaria e appartenente a un’altra onlus, la Cancro Primo Aiuto (Cpa). Che aveva, questa sì, degli sponsor. Si tratta quindi di aziende che hanno fornito sostegno a una nobile causa, non di finanziatori della missione del leader della Lega. Le polemiche che sono scaturite dalla sua presenza in luoghi decisamente contrari a Putin, tuttavia, hanno provocato le conseguenze di cui sopra. Niente politica e solo beneficenza, appunto. Un aspetto, però, passato in secondo piano in virtù di chi si è presentato in quel di Przemysl. E, indubbiamente, anche dei suoi precedenti.

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