Noury (Amnesty): “Nel 2023 passi indietro, in Italia c’è deficit di cultura dei diritti umani”

Alba Bonetti: “I diritti umani nel mondo sono ad un punto molto basso, siamo ritornati indietro di ottant’anni”

“Abbiamo costatato nel 2023 un passo indietro di decenni dal punto di vista del diritto internazionale. L’ordine che protegge la popolazione civile nei conflitti è stato completamente scardinato, non esiste più”. L’ha dichiarato Riccardo Noury, il portavoce di Amnesty International Italia, durante la presentazione del rapporto 2023-2024 sulla situazione dei diritti umani nel mondo. “Abbiamo avuto anche un assaggio di un futuro preoccupante con IA, sorveglianza di massa e altre tecnologie che non sono regolate”, ha aggiunto Noury. “Abbiamo interlocutori con la politica, il giornalismo ma c’è un deficit della cultura dei diritti umani nel nostro paese, guardiamo a ciò che sta facendo il governo attuale ma se vediamo anche il fatto che ci sono voluti 29 anni per avere il reato di tortura quanti governi sono passati? La criminalizzazione delle ong nel 2017, c’è un deficit di cultura di protezione dei diritti umani che chiama in causa più governi e più segmenti della politica”, ha concluso il portavoce.

Diritti umani, Bonetti (Amnesty): “Preoccupati da accordi con Albania e attacco al diritto all’aborto”

“I diritti umani nel mondo sono ad un punto molto basso, se guardiamo complessivamente il mondo siamo ritornati indietro di ottant’anni, non c’è più una rete sicura di protezione a livello internazionale”, ha commentato Alba Bonetti, presidente di Amnesty International Italia. “Ci preoccupano le guerre, i crimini di guerra, lo sviluppo incontrollato della tecnologia e i continui attacchi ai diritti delle donne. In Italia ci preoccupa la politica di non rispetto di chi richiede asilo, dei migranti per il fatto che vengono rinnovati accordi con paesi che non li rispettano quali la Libia e la Tunisia e l’ultimo il patto Italia-Albania che prefigura molte violazioni dei diritti umani, quali detenzione arbitraria e non accesso alla richiesta d’asilo. Preoccupati che in molte regioni non è garantito il diritto all’aborto e in parlamento giace disegno di legge che vuole abrogare il reato di tortura. Pro vita possono svolgere attività di intimidazione più che supporto e consiglio”, ha aggiunto.

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