Il bonus casalinghe è un sostegno economico che si rivolge a tutti coloro che non sono impiegati in un’attività lavorativa e hanno una condizione economica sfavorevole.
Esistono due diversi provvedimenti su questa scia, uno per l’erogazione di fondi destinati a coloro che sono senza occupazione e che si occupano a tempo pieno delle attività legate alla casa e non riescono ad accedere nuovamente al mercato e un altro che invece è relativo alla formazione e quindi permette di attivare dei percorso di riqualificazione per poi trovare lavoro.

Sono due punti molto utili che vanno letti come lati della stessa medaglia e quindi da utilizzare in base alla propria condizione e anche agli sviluppi futuri.
Bonus casalinghe: che cos’è e cosa prevede
Il bonus casalinghe viene finanziato grazie ai fondi ricevuti a livello europeo e sarà fruibile a partire dal 1° luglio 2023 sia per le donne che per gli uomini che si trovano impegnati in questa attività e che ovviamente versano in una condizione economica difficile. Pur essendo identificato come bonus, è importante chiarire che non è un finanziamento come gli altri ma riguarda piuttosto una forma di pensione casalinga che spetta unicamente alle donne che non hanno versato i 20 anni di contributi necessari e che, anche con il coniuge, non riesce ad arrivare al requisito di reddito per l’accesso alla minima.

Per le casalinghe sole è previsto un limite annuo di 6.542,51 euro mentre per coloro che sono coniugati l’importo è di 13.085,02 euro. Se questi termini vengono superati non spetta alcun sussidio economico. La domanda può essere fatta direttamente tramite sito dell’INPS o in alternativa mediante contact center, patronato o CAF abilitato. Per le giovani madri invece è possibile richiedere altri tipi di sostegni: assegno di maternità pari a 1917,30 euro per ISEE familiare inferiore a 19.185,13 euro, assegno unico e universale, bonus asilo nido, carta acquisti di 80 euro a bimestre, esenzione ticket per fascia di reddito (non per patologia).
Diversa è la questione invece per le casalinghe che vogliono rientrare nel mercato del lavoro ma si trovano magari ferme da molti anni e quindi hanno la volontà di frequentare corsi di aggiornamento oppure relativi all’acquisizione di nuove competenze. In questo caso vengono attivati percorsi appositi, finanziati e quindi gratuiti, per tutti. Infine, l’alternativa per le casalinghe anziane coniugate che hanno versato solo parte dei contributi e quindi si trovano con un importo non maturato e nella possibilità di non ricevere la pensione minima o comunque sociale, la scelta migliore è quella di pareggiare la situazione contributiva con l’acquisizione degli elementi mancanti e quindi dei fondi utili per poi fruire regolarmente della pensione.