Bologna, un liceo ha negato l’esame di maturità a una ragazza down

L’autorizzazione sarebbe stata negata poiché, secondo la scuola, l’esame sarebbe stato un obiettivo troppo stressante per la ragazza

Scuola | Pixabay @ponce_photography
Newsby Lavinia Nocelli 22 Marzo 2023

Ha dell’incredibile quanto successo in un liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna. Come riportato dal Corriere di Bologna stesso, una ragazza di 19 anni con sindrome di down, Nina Rosa Sorrentino, si è ritirata dalla scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta, poiché la stessa le ha negato il permesso per partecipare all’esame di maturità. Tutto questo nonostante i genitori della ragazza avessero chiesto, già all’inizio del triennio, di poter cambiare il Piano educativo individualizzato della figlia, il Pei: quindi, di passare dal programma differenziato per gli alunni certificati, a uno personalizzato con obiettivi equipollenti o minimi. Diversamente, la richiesta era stata accolta dalla neuropsichiatra infantile del gruppo di lavoro. 

Scuola
Scuola | Pixabay @FeeLoona

Le dichiarazioni

L’autorizzazione sarebbe stata negata poiché, secondo la scuola, l’esame sarebbe stato un obiettivo troppo stressante per Nina. Quindi, per non far perdere alla figlia la possibilità di riprovare l’anno successivo a essere ammessa all’esame di Stato, il ritiro è stata l’unica soluzione possibile per i genitori di Nina. Il ‘no’ definitivo è arrivato i primi di marzo: “Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci“, ha dichiarato la mamma di Nina. Paola Frassinetti, sottosegretaria all’Istruzione e al Merito, ha commentato l’accaduto: “Non è certo l’esempio della scuola dell’inclusione alla quale ci ispiriamo. Portare una studentessa con disabilità a cambiare scuola è un episodio grave. La scuola deve utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per permettere ai ragazzi diversamente abili di poter realizzare il proprio percorso scolastico, nonché di poter crescere e formarsi”. Anche Giovanni Lacoppola, referente scuola per l’associazione CoorDown, ha commentato l’accaduto: “È una possibilità che le è stata negata. Sono tanti i casi. Si dovrebbe lavorare di più tutti insieme per un’inclusione vera che deve proprio partire dalla scuola. Senza un diploma questi ragazzi fanno fatica a essere poi inseriti a livello lavorativo“.

Insegnanti
Insegnanti | Pixabay @StockSnap

Le soluzioni

La notizia ha mosso molte polemiche, ma anche l’azione di diverse entità e istituzioni bolognesi. “Cercheremo un’altra scuola da settembre disposta a sostenere nostra figlia in una programmazione personalizzata verso l’esame di Maturità. Per noi è importante che su queste tematiche si faccia un passo avanti, non solo per Nina, ma per tutta la società”, hanno dichiarato i genitori di Nina. Nel frattempo, diverse scuole superiori si sono messe in contatto con la famiglia per capire la situazione: anche l’assessore comunale alla Scuola Daniele Ara, il sindaco Matteo Lepore, si sono interessati alla vicenda.