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Il Bar Lillo, uno dei locali storici da oltre mezzo secolo a Trastevere, Roma, è al centro della più recente puntata di “Emoticon, opinioni a confronto” a cura di Andrea Pamparana. Da oltre trent’anni nelle generose mani di Luciano Piastra, l’erede del vecchio Lillo. Un bar ma anche una semplice trattoria, di quelle di una volta, cucina romana, genuina, condita da cortesia e simpatia. Via dei Genovesi, angolo Santa Cecilia, una stradina di sanpietrini percorsa da auto, motorini, biciclette e pedoni, residenti e turisti da ogni parte del mondo. Larga poco più di tre metri, senza marciapiede. Senza quindi alcuna possibilità, per rispettare le regole anti Covid, di mettere tavolini all’esterno per Luciano e i suoi dipendenti. Tra cui un ragazzo affetto da autismo, Pietro, che qui ha trovato la sua difficile ma costante crescita.
Il Bar Lillo chiude, i vicini no: la denuncia
I turisti non ci sono, alle ore 18 il Bar Lillo chiude, la trattoria fa un po’ di asporto. I ristori sono arrivati, ma quel tanto che basta per pagare i fornitori. L’affitto rimandato, il debito si accumula, prima o poi andrà saldato. I dipendenti e Luciano si dividono i magri guadagni, niente cassa integrazione, comunque, afferma Luciano Piastra: “Io continuo a divertirmi a fare questo lavoro“. Ottimista? Sempre, anche di fronte alle difficoltà del momento. Anche se, denuncia Luciano, nessuno (né vigili urbani né poliziotti né Carabinieri) va a controllare certi concorrenti che hanno ammassato tavolini ovunque, senza distanziamento. Impedendo nelle vie limitrofe e nella piazza dei Ponziani dietro al Ministero della Salute (ironia della sorte) l’accesso, obbligatorio, a eventuali mezzi di soccorso. In tv e sui giornali parlano proprietari con due, tre ristoranti, super alberghi, pasticcerie, e tante sacrosante lamentele. Luciano Piastra non si lamenta, chiede solo equità e lavoro, per lui e per i “suoi ragazzi“, compreso il giovane Pietro. La bella Italia, come sempre però, con due pesi e due misure.
La storia di Luciano Piastra
Luciano Piastra è il titolare del piccolo ma famoso Bar Lillo nel cuore di Trastevere, a pochi passi dalla Basilica di Santa Cecilia. Cucina romana, ambiente tradizionale, accogliente, familiare. Clienti fissi dal quartiere, anziani dalla vicina casa di riposo, turisti che vengono col passa parola e tornano anno dopo anno.
Luciano é diventato famoso non solo per la cucina della trattoria, ma anche perché ha fatto dell’inclusione uno dei punti di forza del Bar Lillo, accogliendo dietro il bancone e nella piccola sala ragazzi con disabilità. Famosa la storia di Pietro, ragazzo autistico diventato negli anni un provetto barman, che grazie al lavoro e ai consigli di Luciano si è inserito in un contesto in partenza difficile e ostico.