Governo, Draghi “striglia” i partiti dopo il caos sul Milleproroghe

L’esame delle modifiche al decreto Milleproroghe ha messo in luce le fragilità interne al governo, che appare sempre più traballante e diviso. Sono ben quattro le occasioni in cui la maggioranza si è spaccata, permettendo l’approvazione di alcuni emendamenti contrati al parere dell’esecutivo. Tra questi vale la pena menzionare quello che prevede la soppressione dell’articolo 21 sull’ex Ilva e una proposta di Fratelli d’Italia che riporta il tetto sull’utilizzo del contante a 2mila euro per un altro anno. Anche la proroga sui divieti di sperimentazione animale negli studi sugli xenotrapianti d’organo ha causato delle divisioni. Infine, l’ultima spaccatura è arrivata su una proposta inerente alle graduatorie per l’istruzione.

Di fronte a questa situazione, il premier Mario Draghi ha ritenuto necessario comunicare ai capidelegazione della maggioranza che non ha alcuna intenzione di continuare a sopportare questi “giochetti”. Se il governo non tornerà compatto, i suoi giorni da presidente del Consiglio termineranno prima del previsto.

L’ira di Draghi e le preoccupazioni di Mattarella

La “strigliata” di Draghi è arrivata ieri sera, al termine di una giornata in cui il premier ha prima partecipato al Consiglio europeo sulla crisi in Ucraina e poi incontrato Sergio Mattarella al Quirinale. Fonti di governo rivelano che il presidente della Repubblica si è detto preoccupato, non solo per i venti di guerra, ma anche per la fragilità dell’esecutivo. Dopo il colloquio, Draghi ha chiesto un immediato chiarimento ai partiti di maggioranza su quanto avvenuto durante l’esame alle modifiche al decreto Milleproroghe. Il premier ha sottolineato che i fatti della scorsa notte non rientrano nelle normali dinamiche parlamentari e celano dei problemi politici. Ha ricordato, inoltre, di essere stato portato a Palazzo Chigi “per fare le cose”. L’intero esecutivo è nato per raggiungere questo obiettivo.

La replica dei capidelegazione

Draghi ha messo in chiaro che ciò che è accaduto con il Milleproroghe non dovrà più ripetersi. La maggioranza dovrà impegnarsi a garantire il proprio sostegno ai provvedimenti dell’esecutivo, altrimenti l’esperienza di governo non potrà proseguire. I capi delegazione non si sono limitati ad accettare passivamente il rimprovero. Alcuni di loro hanno espresso del malcontento sulla gestione dei dossier, facendo notare che spesso i provvedimenti arrivano sul tavolo solo a Consiglio dei ministri in corso. Una situazione sgradevole, che rende gli incidenti “inevitabili”. Draghi non ha incassato il colpo, facendo notare che le critiche non mancarono neppure in occasione del varo della legge di bilancio, nonostante il grande coinvolgimento che lo accompagnò. La situazione, insomma, è in bilico e potrebbe precipitare in fretta. Solo se la maggioranza ritroverà il suo equilibrio, il governo potrà continuare ad andare avanti.

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