Usa, Hunter Biden rischia fino a 17 anni di carcere: le nuove accuse contro il figlio del presidente americano

Hunter Biden è stato incriminato a Los Angeles per nove reati fiscali. Se condannato, rischia una condanna fino a 17 anni di carcere. Si tratta del secondo caso aperto contro il figlio del presidente americano in corsa per un secondo mandato, dopo quello avviato nel Delaware per l’acquisto illegale di un’arma da fuoco nell’ottobre del 2018. Hunter Biden si è dichiarato non colpevole.

“Soldi delle tasse spesi in droga, escort e auto”

Secondo il procuratore speciale David Weiss, Hunter Biden ha evaso circa 1,4 milioni di dollari in tasse federali, tra il 2016 e il 2020, e ha eluso l’accertamento delle imposte per l’anno fiscale 2018. I pubblici ministeri accusano il figlio del presidente di aver speso milioni di dollari per uno stile di vita stravagante invece che pagare le tasse e in particolare per “droga, escort e fidanzate, beni di lusso alberghi e immobili in affitto, auto esotiche, vestiti e altri oggetti di carattere personale, in breve, tutto tranne le tasse”, scrivono nell’atto di 56 pagine depositato alla Corte federale di Los Angeles.

L’avvocato della difesa Abbe Lowell dal canto suo ha accusato i procuratori di cedere alle pressioni politiche: “Se il cognome di Hunter non fosse stato Biden, le accuse non sarebbero mai state formulate”.

L’indagine penale condotta da Weiss è aperta dal 2018. La scorsa estate Hunter Biden e i pubblici ministeri erano a un passo dal raggiungere un patteggiamento: una dichiarazione di colpevolezza per reati minori e un accordo separato per la vicenda delle armi da fuoco, in cambio di due anni di libertà vigilata al posto del carcere. Ma poi l’accordo è saltato.

Joe Biden, presidente Usa
Joe Biden | Foto EPA/ALEX WROBLEWSKI – Newsby.it

Impeachment per il presidente Usa

Le nuove accuse arrivano poche ore dopo la decisione dei repubblicani alla Camera dei rappresentanti di portare in aula la proposta di avviare formalmente un’inchiesta sul possibile impeachment del presidente Joe Biden, sospettato di interferenze nei controversi affari all’estero del figlio. Il voto al Congresso è atteso per la prossima settimana, nonostante l’assenza di prove a carico.

I repubblicani accusano il leader democratico di essere intervenuto, quando era vicepresidente (tra il 2009 e il 2016), negli affari in Cina e in Ucraina di Hunter, traendone profitto. E ritengono che il dipartimento di Giustizia dell’amministrazione democratica abbia concesso un trattamento di favore alla famiglia Biden proprio in virtù del suo nome. L’inchiesta era stata aperta lo scorso settembre dall’ex speaker della Camera Kevin McCarthy, dopo mesi di indagini da parte dei due rami del Congresso che non hanno prodotto prove a carico del presidente americano.

La Casa Bianca ha negato le accuse. “Questo stratagemma infondato non è basato sui fatti ma sul desiderio senza vergogna da parte dei repubblicani di abusare del loro potere per infangare il presidente Biden”, è stato il commento del portavoce Ian Sams.

Un colpo per la campagna di Biden senior

Di certo l’incriminazione è una tegola sulla testa per il presidente Usa Joe Biden che punta a un secondo mandato, già alle prese con un bassissimo gradimento nei sondaggi. Un figlio inseguito dalle inchieste giudiziarie non è un buon viatico per la campagna elettorale del capo della Casa Bianca. E rischia di assestare il colpo di grazia all’immagine già incrinata dell’ottuagenario leader, che in molti accusano di essere inadatto alla carica a causa dell’età.

L’inchiesta per impeachment è stata benedetta dall’ex presidente Usa Donald Trump, in corsa per le elezioni 2024 e saldamente in testa nei sondaggi per la nomination repubblicana.

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