Ucraina, Zelensky: “Il Donbass resiste” | Tre condanne a morte a Severodonetsk

A Severodonetsk, dove continuano a infuriare gli scontri nelle strade tra le forze dell’Ucraina e quelle della Russia, l’esercito di Kiev sta “tenendo duro”. Lo ha reso noto Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino, nel suo ultimo videomessaggio alla nazione. Secondo alcuni esperti militari, l’eventuale conquista di Severodonetsk da parte dei militari russi potrebbe determinare il destino del Donbass. Zelensky ha sottolineato che diverse città della regione “stanno resistendo”. Ha aggiunto che le forze ucraine hanno fatto progressi nelle regioni di Zaporizhzhia e Kharkiv e stanno “liberando la nostra terra”.

Il presidente ucraino, inoltre, ha chiesto l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea, esortando a non lasciare il suo paese in una “zona grigia“, dato che i leader dell’Ue dovranno decidere entro la fine di giugno se concedere al Paese lo status di candidato ufficiale all’Ue. “La prima cosa da fare è eliminare finalmente questa ‘zona grigia’, che è così allettante per lo Stato russo. Nelle prossime settimane, l’Unione Europea potrebbe compiere un passo storico che dimostrerà che le parole sull’appartenenza del popolo ucraino alla famiglia europea non sono vuote“, ha detto Zelensky a una conferenza internazionale sulla democrazia a Copenaghen.

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Intanto la scritta di ‘benvenuto’ alle porte di Mariupol, in Ucraina, non verrà rimossa dai russi come era stato detto qualche giorno fa. Ma l’idea non è totalmente tramontata. L’esercito di Putin ha aggiunto un bastoncino alla “i” per farla assomigliare di più alla “e” russa.

Ucraina, condannati a morte tre presunti mercenari nel Donetsk

La corte suprema della sedicente Repubblica Popolare del Donetsk ha condannato a morte due militari britannici che combattevano per l’esercito ucraino. Si tratta di Aiden Aslin, 28 anni, del Nottinghamshire, Shaun Pinner, 48 anni, del Bedfordshire. Oltre a loro è stato condannato anche il cittadino marocchino Saadun Brahim. I filorussi hanno accusato i soldati di essere dei “mercenari”. Le famiglie dei due militari britannici hanno dichiarato falsa questa accusa, affermando che entrambi facevano parte dell’esercito ucraino.

Gli imputati potranno comunque fare appello contro la sentenza pronunciata dalla corte di Donetsk, non riconosciuta internazionalmente. Inoltre, il tribunale dei separatisti filorussi ha dichiarato che è loro diritto chiedere la grazia.

Irina Venediktova, la procuratrice generale dell’Ucraina, ha dichiarato che la “condanna farsa” dei tre militari è “una violazione e una presa in giro” del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. “La Russia ancora una volta prende le distanze dal sistema basato sulle regole e mostra un palese disprezzo per lo stato di diritto”, ha aggiunto, precisando che l’Ucraina ha avviato un’indagine e prenderà provvedimenti per garantire che le persone coinvolte in “questa azione illegale” siano ritenute responsabili davanti alla giustizia.

Il governo di Boris Johnson ha espresso profonda preoccupazione per quanto avvenuto nel Donetsk. “Abbiamo ripetutamente detto che sono prigionieri di guerra, che non vanno strumentalizzati a scopi politici e che hanno diritto all’immunità in base alla Convenzione di Ginevra“, ha commentato un portavoce di Downing Street. Ha poi aggiunto che Londra continua a “lavorare con le autorità ucraine per garantire un trattamento da prigionieri di guerra a ogni cittadino britannico” arruolato fra le forze di Kiev.

Sulla questione è intervenuto anche Sergei Lavrov, il ministro degli esteri russo. Ha spiegato che la condanna a morte è arrivata “in base alle leggi del Dpr” e ha invitato a non interferire “con il sistema giudiziario della Repubblica” e “a non speculare sull’argomento“.

L’intelligence di Kiev: “Stiamo finendo le munizioni”

Parlando con il Guardian, Vadym Skibitsky, il vice capo dell’intelligence militare di Kiev, ha dichiarato che “l’Ucraina sta perdendo la battaglia su diversi fronti e ha quasi esaurito le munizioni“. Ora il Paese dipende quasi esclusivamente dalle armi fornite dall’Occidente per contrastare la Russia. “Questa ora è una guerra di artiglieria“, ha aggiunto Skibitsky. “L’Ucraina ha un pezzo di artiglieria ogni 10-15 pezzi di artiglieria russa. I nostri partner occidentali ci hanno dato cieca il 10% di quello che hanno. Abbiamo quasi esaurito le munizioni e ora usiamo i proiettili standard Nato calibro 155“.

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