Ucraina, bimbi malati di tumore in bunker: “Russia bombarda intero Paese”

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Quattro bambini malati oncologici e le loro famiglie, ed altri ne seguiranno, sono stati evacuati d’urgenza la scorsa notte verso la città ucraina di Ternopil, verso ovest. Uno spostamento ormai necessario, poiché Kiev è diventata “troppo pericolosa“. I casi più gravi, 25 bimbi all’Istituto per il cancro e 20 all’Istituto di neurochirurgia, sono invece rimasti a Kiev perché non trasportabili.

La guerra in Ucraina vista dalla Fondazione Soleterre

Lo comunica la ong Fondazione Soleterre, che lavora nel Paese dal 2003 garantendo assistenza ai bambini malati di tumore e supportando una Casa di accoglienza a Kiev, la Dacha. Una missione resa ancora più drammatica dopo che Vladimir Putin ha annunciato alla televisione russa l’attacco all’Ucraina. E il dramma, che coinvolge tutta la popolazione, e non risparmia nessuno. Nemmeno i bambini più fragili.

Della guerra in Ucraina aveva già parlato nelle scorse ore Damiano Rizzi, presidente di Soleterre. “Le prime mosse sono quelle di mettere in sicurezza i bambini nel rifugio anti-bombe dell’ospedale di Kiev perché la nostra casa d’accoglienza non ce l’ha. Francamente non avremmo mai pensato che sarebbe stato utile averlo. Stiamo dando massimo supporto ai nostri team che operano in diverse città del Paese“, le sue parole.

Il dramma da Kiev: “Non so se potrò ancora comunicare con voi”

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Di ciò che ha comportato l’invasione da parte della Russia ha quindi parlato Natalia Onipko, presidentessa della Fondazione Zaporouka, l’organizzazione gemella di Soleterre che gestisce nel paese la Dacha. “Ci siamo svegliati con il suono delle bombe e abbiamo capito che è arrivata la guerra – ha affermato –. Nella casa famiglia ci sono nove famiglie, in tutto trenta persone, che non riescono a partire. L’Ucraina sta esplodendo tutta, la Russia sta attaccando tutto il Paese“.

Io ora mi trovo a Kiev, dove da vent’anni la mia associazione aiuta i bambini malati oncologici. Lo facciamo in tutti i principali ospedali dell’Ucraina. Noi abbiamo l’unica casa di accoglienza del Paese per questo tipo di malattia. Ora sto qui con la mia famiglia, per fare questo video sono salita dal rifugio che si trova sotto casa mia. Non so se potrò nuovamente comunicare con voi italiani. Perché tutto il Paese è sotto attacco, non solo il Donbass“, ha concluso tra sospiri e singhiozzi Natalia Onipko.

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