Elon Musk-Twitter, tutto finito: acquisto salta, cosa può succedere ora

Che questo potesse essere l’esito finale della vicenda era ormai abbastanza chiaro, e a questo punto il dado è tratto. Elon Musk ha annunciato di voler rinunciare all’acquisto di Twitter. In queste ore ha infatti ritirato la sua ricchissima offerta da ben 44 miliardi di dollari. Questa rinuncia, però, lo espone a potenziali conseguenze che potrebbero essere anche estremamente pesanti.

Niente più Twitter per Elon Musk: come ci si è arrivati

Partiamo dalla notizia, non più chiacchierata ma ora nero su bianco. La SEC, società che controlla la Borsa Usa, ha infatti ricevuto la copia di una lettera che uno degli avvocati di Elon Musk ha inviato allo studio legale della piattaforma social. “Twitter non ha rispettato i suoi obblighi contrattuali“, vi si legge. In più mancherebbe l’invio delle “informazioni commerciali richieste“. Infine si accusa la compagnia di aver ignorato le richieste di Musk. “A volte le ha respinte per motivi che ci sembrano ingiustificati e in altre occasioni ha fornito informazioni incomplete o inutilizzabili“.

I motivi più profondi del progressivo dietrofront di Elon Musk sono noti, e ne abbiamo già parlato su queste pagine in maniera approfondita. In sintesi, il suo proposito di rendere Twitter una sorta di isola felice per la libertà di parola e la possibilità di divulgare qualsiasi tipo di opinione è andato via via scemando. Il vero problema è che le azioni della piattaforma social hanno già perso il 9% del proprio valore in poche ore. E questo sembra essere il primo passo verso un’azione legale che potrebbe entrare nella storia.

I retroscena economici e i possibili risvolti legali

Del resto lo stesso Elon Musk ha già perso un’enormità di quattrini da quando aveva reso nota la sua intenzione di rilevare Twitter. Tanto che, secondo diversi esperti, questa sarebbe una motivazione altrettanto valida per il suo cambio di strategia. Va inoltre registrato un dato: dopo l’intenzione del magnate di azzerare gli stipendi del CdA, la compagnia ha licenziato il 30% del team dedicato al recruiting, a due mesi dal blocco delle assunzioni in tutta l’azienda.

Resta il fatto che ad aprile, quando aveva definito la fatidica cifra di 44 miliardi, Elon Musk si era impegnato ad acquistare le sue azioni di Twitter pagandole 54,20 dollari l’una. Ora però il loro valore è già crollato a 35,04, e minaccia di scendere ancora. In altre parole, l’operazione non è più sostenibile. Ma l’azienda vuole andare fino in fondo e procedere ugualmente alla cessione. “Siamo fiduciosi che prevarremo nei tribunali del Delaware“, ha fatto sapere il presidente del CdA, Bret Taylor. Lo stesso a cui il tycoon di Pretoria voleva azzerare lo stipendio. E ora si prova a capire quali potrebbero essere le conseguenze legali.

Il tutto dipenderà dal giudice, che secondo i media Usa sarà Kathaleen St. J. McCormick, già attiva in altre cause che riguardano Elon Musk e Twitter. L’opzione più favorevole al miliardario, al momento, sembra il “mero” pagamento della penale da un miliardo. Il giudice però potrebbe anche obbligarlo a completare l’operazione di acquisto, magari anche con una sanzione pecuniaria. Soluzione intermedia sarebbe invece un accordo extragiudiziale, non raro in casi del genere. Questo comporterebbe che le due parti trovino un accordo privato senza attendere una sentenza. Ma questo certamente prevedrebbe una penale ben superiore al fatidico miliardo. Con la certezza però di smarcarsi dall’obbligo di completare un acquisto che, come ormai è evidente, non si ha più da fare.

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