Anidride carbonica finita, acqua gassata addio? I motivi della nuova crisi

Una nuova emergenza rischia di creare nuovi problemi a un ulteriore settore industriale italiano. Si tratta di quello delle bevande gassate, inclusa l’acqua frizzante. E il motivo può sembrare quasi paradossale, visto che tra i molteplici problemi che stanno mettendo in ginocchio l’economia in questi travagliatissimi mesi c’è il riscaldamento globale. E, nonostante il mondo si stia interrogando sulle modalità tramite cui ridurre le emissioni di Co2, l’industria trema per la mancanza di anidride carbonica.

La denuncia di Sant’Anna, ma il problema riguarda tutti

Il primo a denunciarlo è stato Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato di Acqua Sant’Anna. L’azienda di Vinadio, in provincia di Cuneo, ha già interrotto la produzione di acqua frizzante. Per il momento potrà dunque distribuire solo le bottiglie di cui dispone già nelle scorte. Motivo? Non c’è più anidride carbonica ad uso alimentare. “La Co2 è introvabile e anche tutti i nostri concorrenti sono nella stessa situazione. Siamo disperati, è un altro problema gravissimo che si aggiunge ai rincari record delle materie prime e alla siccità che sta impoverendo le fonti“, ha affermato.

Il problema, secondo ciò che affermano dalla Sant’Anna, è assolutamente generalizzato. “Tutti i nostri concorrenti si trovano nella nostra stessa situazione. Il problema sta nel fatto che gli impianti di produzione di anidride carbonica sono fermi. I fornitori con cui abbiamo un contratto ci hanno spiegato che produrla non è più conveniente“. E il mercato trema. Ma per quale motivo i fornitori hanno deciso di chiudere tutto?

Non solo acqua frizzante: perché l’anidride carbonica è preziosa

Bisogna spiegare che l’anidride carbonica prodotta industrialmente non finisce solo nelle bevande e quindi sulla nostra tavola. Negli ultimi anni, in particolare, è stata destinata sempre più spesso al comparto della sanità. “Così ci hanno detto le aziende che la producono. Noi saremmo disposti a pagarla di più, anche se già costava carissima. Ma non c’è stato verso di fare cambiare idea ai nostri fornitori. E anche l’industria dolciaria, che ne fa grande uso, è in forte difficoltà“, ha aggiunto il presidente di Acqua Sant’Anna.

L’azienda di Vinadio è il primo produttore europeo con un unico brand. La sua produzione vanta un miliardo e 500 milioni di bottiglie all’anno, di cui il 30% contengono proprio acqua gassata. “Già a fine 2021 c’erano problemi nel reperimento di anidride carbonica – ha ricordato Bertone –. Riuscimmo a tamponarlo, mentre ora ci siamo procurati un piccolo carico dall’Olanda. Ci permetterà però di coprire forse un singolo giorno di produzione. E questo significa che, una volta finiti gli stock nei magazzini di supermercati e discount, non ci saranno più bottiglie in vendita“.

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