Ucraina, lacrime a Torino: “La mia famiglia è lì, bombardano tutto”

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Anche a Torino la cittadinanza scende in piazza per protestare contro la guerra in Ucraina. “Siamo ucraine e siamo contro la guerra – dicono due manifestanti -. Vogliamo fermare la pazzia del terrorista numero uno al mondo: Putin. Abbiamo ancora famiglia lì, ci arrivano notizie terribili, stanno bombardando tutto”. “Sono qui per supportare il mio popolo che sta combattendo una guerra ingiusta e violenta – commenta una ragazza -. Sono molto preoccupata per la mia famiglia. Mia madre è lì per aiutare altri parenti e non vuole tornare in Italia, anche se gliel’ho chiesto. Ha deciso di no, non se la sente di abbandonare tutti”.

Il console in Piemonte: “Ci chiedono farmaci e asilo politico, attiviamoci”

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Alla manifestazione di solidarietà con il popolo di Kiev era presente anche Dario Arrigotti, console dell’Ucraina in Piemonte. “È un messaggio emergenziale, il nostro consolato da ieri mattina è letteralmente inondato di richieste d’aiuto di tutto i tipi, soprattutto assistenza sanitaria perché non hanno più farmaci e aiuti per i cittadini che vogliono l’asilo politico e venire in Italia. Ho sensibilizzato la Prefettura e chiesto la creazione di un tavolo. Servono convogli umanitari – chiosa -. Non hanno più soldi, sono con le valige e cercano un modo per fuggire dalle bombe. Il presidente ucraino ha chiesto alla Nato di dichiarare i cieli no fly zone, per impedire ai velivoli della Russia di mitragliare i punti strategici, non so se è una proposta che la Nato può accogliere”.

Ucraina, il sindaco Lo Russo: “Città disponibile ad accogliere profughi”

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In mattinata, il sindaco del capoluogo piemontese, Stefano Lo Russo, ha dichiarato: “Ci rendiamo immediatamente disponibili. È un momento delicato per l’Unione europea e la città farà tutto quello che potrà per agevolare l’eventuale arrivo di profughi dall’Ucraina. Dipende dall’evoluzione dei prossimi giorni, al momento non ci sono richieste specifiche. Le sanzioni colpiranno la Russia e le nostre imprese. Però è un momento dove l’Occidente deve dare prova di compattezza.

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