PS5, addio alle esclusive? Sony guarda con interesse a Pc e dispositivi mobile

Nel 2022 ha ancora senso parlare di giochi disponibili in esclusiva per una certa console? È una domanda provocatoria, ma solo fino a un certo punto. Dopotutto Microsoft sembra più interessata a creare un proprio ecosistema (su console, PC e dispositivi mobile) e a vendere il Game Pass che ad assicurarsi di avere dei giochi disponibili solo su Xbox Series X. Anche Nintendo, pur restando il più “conservatore” tra i colossi dell’industria videoludica, ha mostrato qualche piccolo segnale di apertura, portando alcuni episodi delle sue IP storiche su smartphone e tablet. Sony si colloca perfettamente a metà strada tra le due. Non è aperta tanto quanto Microsoft, ma di certo è meno restia di Nintendo a portare le proprie esclusive su altre piattaforme. Durante l’era PS4-PS5 giochi come Death Stranding e Horizon Zero Dawn sono arrivati su Pc, dando a una platea più vasta di utenti la possibilità di giocarli.

L’espansione di Sony

Nei prossimi tre anni Sony dovrebbe continuare con convinzione su questa strada. Durante un recente meeting con gli investitori, infatti, il colosso giapponese ha dichiarato che entro il 2025 metà delle sue esclusive sarà disponibile su Pc o dispositivi mobile. Commentando la decisione, Jim Ryan, il presidente di Sony Interactive Entertainment, ha dichiarato che per l’azienda si tratta un’opportunità importante per uscire da una nicchia del mercato videoludico ed essere presente ovunque. Puntare sui mercati Pc e mobile potrebbe portare a “una crescita significativa del numero di persone che giocano ai nostri titoli e spendono soldi per acquistarli”, ha aggiunto.

I dati disponibili dimostrano che Sony ha già ottenuto degli importanti benefici dalla scelta di portare alcune delle sue esclusive su Pc. Grazie ai porting di giochi come Horizon Zero Dawn, Days Gone e God of War la compagnia prevede di guadagnare 300 milioni di dollari entro la fine dell’anno. Per quanto riguarda il mercato mobile, Sony ha intenzione di cooperare con studi di sviluppo giù esistenti e di crearne di nuovi.

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