Serie A, sugli ‘orari-spezzatino’ è scontro: la Lega rinvia la decisione

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La disputa del prossimo campionato di Serie A si tinge di giallo. Se infatti inizialmente i club avevano dato il via libera alla proposta di spalmare 10 partite in altrettanti orari diversi, la decisione è stata subito dopo revocata. Si punta infatti ad ottenere una maggiore valorizzazione della spalmatura. A tale scopo si tornerà al voto la prossima settimana in Lega.

“Orari spezzatino” in Serie A: anche i club esitano

Orari spezzatino in Serie A? Ci siamo presi il tempo necessario per vedere se ci sono soluzioni migliori, da tutti i punti di vista. Sia il punto di vista dei tifosi che quello più specificamente economico“. Così il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, all’uscita dell’assemblea della Lega Serie A. Nessun commento, invece, dal patron del Torino, Urbano Cairo.

Il tema è evidentemente molto delicato per i club di Serie A, date le bocche completamente cucite anche da parte della dirigenza di Roma e Inter. Nemmeno una sillaba esce dalla bocca di Beppe Marotta. Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, si sofferma invece sul calciomercato. E il suo principale commento riguarda l’addio di Simone Inzaghi: “Se ci sono rimasto male? Dovete chiederlo a lui“.

La rabbia del basket: “Basta monocultura calcistica”

Molto severi sul tema orari della Serie A gli altri sport. A partire dal basket, che tramite Gianni Petrucci ha mandato un grido d’allarme al Governo. “Il calcio la fa da padrone, vuole occupare tutti gli spazi possibili – ha attaccato il presidente della Fpi, la Federpallacanestro, raggiunto dall’Ansa. È vero e ovvio che è il primo sport nazionale, ma in questo momento il Governo deve intervenire come nelle sue facoltà“.

Ho scritto alla sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali, che questa situazione è insostenibile per tutti gli altri sport. Devono essere tutelati tutti. Anche in questo bisognerebbe dare al Coni il potere per la tutela di altri sport – ha proseguito Petrucci –. Ho sempre combattuto, anche da presidente del Coni, la monocultura calcistica. Questo silenzio mi preoccupa“. Ma intanto gli stessi club della Serie A si sono presi il tempo per decidere con calma il da farsi.

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