Europei, ci siamo: l’Italia torna
a giocare tra le ‘big’ dopo 5 anni

Sono passati ben cinque anni dall’ultima volta (esattamente 1.805 giorni), ma adesso ci siamo ufficialmente. L’Italia torna a disputare un grande torneo calcistico e lo farà questa sera allo stadio Olimpico di Roma, contro la Turchia, nell’inaugurazione degli Europei. Da quel lontano 2 luglio 2016 (sconfitta ai rigori contro la Germania), tutto è cambiato. E non solo nel mondo del calcio. Tre allenatori, tre presidenti federali, oltre un centinaio di giocatori convocati e il fallimento di un Mondiale non disputato.

Il tutto condito dalla grande tragedia globale come è stata quella del Covid. La pandemia ha rinviato di un anno esatto Euro 2020 (continuerà a chiamarsi così nonostante siamo in un altro anno solare). Determinando così un record storico di assenza degli azzurri in un’importante competizione calcistica (5 anni, appunto) dal 1962 in poi.

I difetti della nostra Nazionale

I risultati ottenuti negli ultimi quattro anni con Roberto Mancini, incaricato di risollevare il movimento dopo la mancata qualificazione ai Mondiali in Russia, sono stati più che positivi. Risultati rappresentati dal 71% di vittorie in 32 partite e dal netto miglioramento nel ranking mondiale (da ventunesima a settima). Ma i difetti alla base del calcio italiano di questi anni si fanno ancora vedere. I giocatori italiani, infatti, hanno meno esperienza di tutte le avversarie dirette, se si guardano le presenze nei grandi campionati.

I giocatori di Inghilterra, Portogallo, Olanda, Spagna, Francia e Germania (non a caso le grandi favorite) giocano tutti di più e in contesti più competitivi. Nell’Italia solamente due convocati possono dire di avere vinto almeno una Champions League in carriera: Jorginho ed Emerson Palmieri. I quali, peraltro, l’hanno conquistata soltanto qualche giorno fa con il Chelsea (il primo da titolare, il secondo da riserva). Sono questi i motivi per cui l’Italia non può essere considerata tra le grandi favorite, ma semmai una buona outsider.

Perché l’Italia potrebbe essere la sorpresa agli Europei

L’altra faccia della medaglia, tuttavia, vede Mancini avere dato un’identità ben precisa alla Nazionale, come non si vedeva da tempo. L’Italia, universalmente riconosciuta per il suo stile di gioco difensivo in oltre 100 anni di storia, in questi Europei vorrà imporre alle partite il proprio gioco manovrato e organizzato; e non più accettare di subire quello degli avversari.

La squadra è capitanata dai due esperti difensori della Juventus, Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini, e ha nel centrocampo dei titolari Jorginho, Marco Verratti (ancora però indisponibile) e Nicolò Barella il suo migliore reparto. Ci sono poi under-23 di grande talento come Gianluigi Donnarumma, Federico Chiesa, Manuel Locatelli e Alessandro Bastoni. Altri sono nel pieno della loro maturità da cui ora ci si aspetta qualcosa in più, come Domenico Berardi e Federico Bernardeschi. La coppia di centravanti è formata da Ciro Immobile e Andrea Belotti, che per caratteristiche e modulo usato si alterneranno nel ruolo, con il primo titolare in partenza. Nel complesso il livello dei convocati può dirsi omogeneo.

Il possibile percorso degli azzurri a Euro 2020

L’Italia debutta agli Europei contro la Turchia. Come da calendario, ai gironi giocherà sempre a Roma, davanti a circa 15mila spettatori: mercoledì 16 contro la Svizzera, domenica 20 contro il Galles. Se vincerà il girone A, agli ottavi di finale affronterà la seconda classificata del gruppo C (Olanda, Ucraina, Austria, Macedonia del Nord). Se chiuderà seconda, troverà una fra Danimarca, Finlandia, Belgio e Russia. Se invece dovesse essere ripescata come una delle migliori terze, andrà contro le prime classificate dei gruppi B, F o E. Dopo i quarti di inizio luglio, si potrebbe volare alle Final Four di Wembley.

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