Ancelotti punta su Mourinho: “Con lui la Roma può vincere”

È stata una serata nel segno del ricordo e della nostalgia quella che si è tenuta ieri nella capitale, dove al Teatro Brancaccio è andato in scena un evento volto a celebrare l’A.S. Roma Campione d’Italia del 1982/83 e il Banco Roma capace di vincere Scudetto ed Eurolega di basket nella stessa annata sportiva.

Una serata contraddistinta dalla presenza di tanti ospiti d’eccezione, tra cui ex giallorossi protagonisti di quella Roma vincente come Bruno Conti e Carlo Ancelotti, oltre che ex cestisti come Enrico Gilardi e Stefano Sbarra.

Ancelotti: “La Roma avrà le sue possibilità in finale”

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Invitato sul palco, Ancelotti ha ricordato lo Scudetto vinto con la Roma quarant’anni fa e ha ricevuto una maglia celebrativa con sopra impresso il suo vecchio numero 4.

In un evento incentrato prettamente sul passato, l’attuale allenatore del Real Madrid ha parlato, però, anche di futuro.

Non del suo, bensì di quello della Roma di Jose Mourinho, la quale domani sera sarà impegnata a Budapest nella finale di Europa League:

“Il Siviglia ha cambiato allenatore negli ultimi mesi ed è migliorato molto, uscendo dalla zona retrocessione. È una squadra molto ben organizzata. Ovviamente la Roma ha le sue possibilità per vincere, anche perché in panchina ha un allenatore molto esperto nelle finali”.

Così Ancelotti ha esaltato il collega Mourinho, il quale in carriera ha vinto tutte e cinque le finali europee a cui ha partecipato (due Champions League, due Europa League e una Conference League, ndr).

Ancelotti e Conti ricordano Di Bartolomei

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Nel corso della serata, Ancelotti ha ricordato con affetto l’amico Agostino Di Bartolomei, compianto capitano di quella Roma Campione d’Italia nel 1983:

“Agostino per me è stato tutto, mi ha cresciuto, mi è sempre stato vicino. Gli devo tutto”.

Un pensiero al quale si è unito anche Bruno Conti, altro grande interprete di quella Roma scudettata e presente ieri sera sul palco al fianco di Ancelotti.

Entrambi si sono mostrati visibilmente emozionati durante la proiezione di alcune immagini raffiguranti proprio i giallorossi di quella storica annata, con Ancelotti che ha tenuto a sottolineare l’unicità del riuscire a vincere un trofeo nella capitale d’Italia:

“Vincere a Roma è stata una esperienza incredibile, speciale, da provare. Io proverò ancora a vincere, ma non per molto”.

Ancelotti sul suo soprannome: “Mi chiamavano Tortello”

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Tra aneddoti e curiosità, il viaggio sul viale dei ricordi ha portato i presenti a svelare alcuni retroscena del passato.

Uno di questi è quello legato al soprannome che fu dato proprio ad Ancelotti da Conti nei suoi anni romani:

“Mi chiamava Tortello. Diciamo che sono arrivato molto giovane a Roma e alcuni mi chiamavano ‘bimbo’, altri ‘tortello’ e altri ancora ‘capoccione’. Bruno è stato il mio ‘fidanzato ufficiale’, nel senso che nei ritiri stavamo in coppia e io ho passato otto anni in camera con lui. Ci siamo divertiti molto”.

Malagò: “Se si vuole bene al calcio, doveroso tifare le italiane”

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Oltre ai grandi sportivi del passato, presente al Teatro Brancaccio ieri sera era anche Giovanni Malagò.

Il Presidente del CONI ha, allora, colto l’occasione per raccontare qualche ricordo personale legato all’annata sportiva 1982/83:

“Quel 1983 fu una meravigliosa accoppiata [Scudetto calcio e basket a Roma, ndr]. Ricordo le corse dallo stadio al PalaEur. Tornavo distrutto, ma contento. È anche riaccaduto, deve riaccadere. Non credo che a Roma sia difficile vincere, servono programmazione, gestione e persone serie. Abbiamo vinto nel padel, tennis, nuoto, vela. Chiaramente occorrono dinamiche finanziare da tener conto”.

Con l’Inter in finale di Champions League, la Roma in quella di Europa League e la Fiorentina in quella di Conference League, Malagò ha dichiarato che farà il tifo per tutte e tre le squadre:

“Se dovessero vincere tutte, sarebbe una gran cosa dal punto di vista sportivo e finanziario. Non si può non tifarle tutte, ci mancherebbe”.

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