James Webb: i motivi per cui la sua foto galattica rivoluziona la scienza

Una foto storica, che contribuisce a darci una visione dell’Universo estesa come mai era stato prima. È quella che ha presentato il presidente Usa, Joe Biden, accompagnato dalla sua vice Kamala Harris e dall’amministratore capo della Nasa, Bill Nelson. Si tratta di una immagine scattata da James Webb, il telescopio spaziale nato dalla collaborazione fra Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Agenzia spaziale canadese (Csa). Ma è anche importante capire perché tale evento sia così importante.

La nuova scoperta: galassie lontanissime e immagini mai così antiche

Il telescopio James Webb è riuscito a immortalare un’immagine di una regione spaziale nota come SMACS 0723. E qui si vedono migliaia di galassie, finora sconosciute, e la cui età è di 13 miliardi di anni. Ma attenzione: non stiamo parlando dell’età delle galassie, ma della fotografia. L’immagine presentata dalla Nasa, quindi, è la più antica a cui l’uomo abbia mai avuto accesso. E ci mostra come mai avevamo visto quale forma potesse avere l’Universo alle sue origini.

Nel concreto, come ha spiegato la Nasa, la fotografia di SMACS 0723 è “l’immagine a infrarossi più profonda e nitida dell’Universo lontano fino ad oggi“. E non solo ci ha fornito un’infinità di dettagli su un autentico ammasso di galassie finora ignote. Perché un altro dettaglio sull’immagine di James Webb lascia ancora di più a bocca aperta. “Questa fetta del vasto universo copre una porzione di cielo grande all’incirca come un granello di sabbia tenuto a distanza di un braccio da qualcuno a terra“, aggiunge la Nasa. L’intero Universo, per restare nella metafora, sarebbe la relativa spiaggia.

Le varie scoperte del telescopio James Webb

C’è però un altro aspetto che è importante sottolineare. Il James Webb Space Telescope ha infatti recentemente fotografato HD 84406, una stella distante 1,6 milioni di chilometri dalla Terra. Si tratta di una stella cento volte più debole di quanto l’occhio umano possa vedere, a 2.000 anni luce di distanza dal nostro Pianeta. Ricordiamo che un solo anno luce equivale a 9,7 trilioni di chilometri. Il risultato fu non solo l’immagine nitida della stella, ma anche quella delle migliaia di antiche galassie che la bombardano. Un risultato incredibile, che potenzialmente potrebbe permettere di osservare l‘aspetto dell’Universo nelle prime fasi della sua esistenza.

Va peraltro ricordato che la vita del potentissimo telescopio James Webb non è stata priva di problemi. Noto come il più potente telescopio spaziale mai realizzato, è costituito di 18 specchi esagonali. Ognuno di essi, per poter fotografare al meglio corpi celesti lontanissimi dalla Terra, necessita di essere tarato. E proprio questa operazione ha richiesto mesi di lavoro, dato che il telescopio è in orbita dal giorno di Natale 2021. Dopo, peraltro, decenni di ritardi e massicci superamenti dei costi. Ciò che si può dire ora è che ne sia valsa la pena.

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