Oms: “Ancora focolai significativi di Covid in molti Paesi”

Mike Ryan, il direttore esecutivo del Programma emergenze sanitarie dell’Onu, ha fatto il punto sulla pandemia nel report annuale 2021 sulla risposta dell’Oms al Covid-19. “Sono passati più di due anni dalla segnalazione della prima infezione. Da allora, alcuni Paesi sono riusciti a fare dei veri progressi nell’arrestare la malattia. Molti Paesi, tuttavia, hanno ancora a che fare con focolai significativi”, ha spiegato l’esperto. “L’emergere di Omicron alla fine del 2021 ha innescato un’ondata di contagio globale, di cui si sta ancora sentendo l’impatto”, ha aggiunto.

Covid, i dati forniti dall’Oms

Ryan ha spiegato che dall’inizio della pandemia a oggi oltre 6 milioni di persone hanno perso la vita a causa del Covid-19. Altre migliaia devono convivere con il long Covid, una condizione debilitante post-malattia che la comunità scientifica ha appena iniziato a capire. “La pandemia ha inoltre evidenziato ed esacerbato le disuguaglianze esistenti, con differenze nel numero dei casi, nei sintomi a lungo termine e nei tassi di mortalità”. Le differenze sono state riscontrate tra “uomini e donne, in diversi gruppi di età, nelle minoranze etniche e nella popolazione generale”.

L’Oms ha sottolineato che nell’arco degli ultimi due anni sono stati distribuiti in tutto il mondo mascherine, guanti e test diagnostici per un valore di 1,7 miliardi di dollari. Oltre 1,37 miliardi di dosi di vaccino sono stati spediti tramite il programma Covax sostenuto dalle Nazioni Unite in 144 Paesi. Di queste, 364 milioni sono state inviate in Africa, 136,5 milioni nelle Americhe, 250 milioni nel Mediterraneo orientale, 42 milioni in Europea, 424 milioni in Asia e 56 milioni nel Pacifico occidentale. Inoltre, fino al 13 marzo 2022 sono stti consegnati 81,7 milioni test diagnostici rapidi antigenici, 44,4 milioni di tamponi, 20,6 milioni di kit per la raccolta campioni, 220 milioni di mascherine mediche, 124 milioni di guanti, 9,8 milioni di visiere.

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