Omicron amplifica le preoccupazioni per il long Covid e le sue cause

Migliaia di persone nel mondo, a diversi mesi di distanza dal contagio, hanno svilupato una serie di sintomi quali nebbia cerebrale, affaticamento e dolore che spesso rendono difficile svolgere lavori quotidiani.
Secondo alcune stime, più di un terzo dei sopravvissuti al Covid svilupperà problemi così persistenti. Ora, con la variante Omicron che si sta diffondendo in tutto il mondo, gli scienziati stanno cercando di per individuare la causa di questa nuova condizione e trovare trattamenti prima di una potenziale esplosione di casi di long Covid.

Long Covid, sintomi

Sebbene non esista un elenco preciso di sintomi che definiscano la condizione, i sintomi più comuni di long Covid includono affaticamento, problemi di memoria e pensiero, perdita del gusto e dell’olfatto, mancanza di respiro, insonnia, ansia e depressione.
Alcuni di questi sintomi possono comparire per la prima volta durante un’infezione iniziale, ma persistono o si ripresentano un mese o più dopo. Oppure potrebbero svilupparne di nuovi, della durata di settimane, mesi o più di un anno.

Poiché molti dei sintomi si verificano con l’insorgere di altre malattie, alcuni scienziati si chiedono se il coronavirus rimanga sempre il fattore scatenante. I ricercatori sperano che il loro lavoro fornisca risposte definitive. La sindrome colpisce gli adulti di tutte le età così come i bambini. La ricerca mostra che è più diffuso tra coloro che sono stati ricoverati in ospedale, ma colpisce anche una parte significativa che non lo era.

Medici al lavoro per scoprire l’origine della malattia

Nel corso del tempo medici e scienziati hanno provato a testare diverse teorie. Ad esempio il fatto che potrebbe trattatarsi di una malattia autoimmune. Ciò potrebbe aiutare a spiegare perché il long Covid colpisce in modo sproporzionato le donne, che hanno maggiori probabilità rispetto agli uomini di sviluppare malattie autoimmuni. Un’altra teoria rintracciava la causa dei sintomi nella formazione di microcoaguli. Questi potrebbero provocare infatti vuoti di memoria e dita dei piedi scolorite, tra i sintomi presenti nel long Covid. Anche questa teoria non può essere scartata in quanto con il Covid potrebbe verificarsi una coagulazione del sangue anormale.

È ancora troppo presto per sapere se le persone infettate dalla variante Omicron svilupperanno la misteriosa costellazione di sintomi, di solito diagnosticata molte settimane dopo la malattia iniziale. Ma alcuni esperti pensano che una’ondata di casi di long Covid sia altamente probabile e il settore sanitario dovrà trovarsi preparato.

Possibili soluzioni

Al momento non ci sono trattamenti specificamente approvati per il long Covid, sebbene alcuni pazienti ottengano sollievo da antidolorifici e terapia fisica. Una soluzione più permanente sembra invece essere proprio la vaccinazione.

L’università di Yale è al lavoro su uno studio che che prevede la vaccinazione di pazienti di long Covid precedentemente non vaccinati come possibile trattamento. Diversi gruppi d pazienti hanno infatti segnalato un miglioramento dei sintomi di Covid di alcune persone dopo che si sono vaccinati.

Due studi pubblicati di recente, uno negli Stati Uniti e uno in Israele, offrono prove preliminari che essere vaccinati prima di contrarre il Covid potrebbe aiutare a prevenire la malattia persistente o almeno a ridurne la gravità. Tuttavia entrambi sono stati eseguiti prima che emergesse Omicron.

L’impatto a lungo termine del long Covid

Con le risposte ancora poco chiare gli scenari futuri non appaiono rassicuranti.

Alcuni scienziati temono che il long Covid in alcuni pazienti possa diventare una forma di sindrome da stanchezza cronica, una condizione poco conosciuta e di lunga durata che non ha cura o trattamento approvato.

Una cosa è certa, affermano alcuni esperti: il long Covid avrà un enorme effetto sugli individui, sui sistemi sanitari e sulle economie di tutto il mondo, con un costo di molti miliardi di dollari. Con il rischio che questa condizione possa avere un impatto sull’economia ancora più grave rispetto alla pandemia.

 

 

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