Torino, la promessa: “Cancellati 182 concerti, ma Eurovision diffuso in città”

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Stiamo lavorando perché Eurovision possa essere un evento condiviso in tutta la città. Stiamo cercando di capire come risolvere i problemi burocratici, ma credo troveremo una soluzione“. Così Stefano Lo Russo, sindaco di Torino, sulla cancellazione di 182 concerti collaterali legati all’evento Eurovision che si terrà sotto la Mole a maggio.

Torino, tra Eurovision e ripartenza

Il sindaco si è poi soffermato sulla ripartenza di Torino dopo la lunga emergenza Covid. “L’abolizione della tassa per l’occupazione del suolo pubblico per i dehor è stata ristorata dai ristori Covid del Governo. Terminati con la fine dell’emergenza, il Comune non ha i soldi per fare lo stesso. Se arrivassero soldi di nuovo dal Governo o dalla Regione potremmo ripristinarlo“, ha spiegato Lo Russo.

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Lo Russo è intervenuto all’inaugurazione del Forum dedicato ai giovani e alla cittadinanza organizzato a Torino dal Consiglio d’Europa. Si è quindi soffermato sul delicato tema: “Siamo contenti e onorati di ospitare il Forum di tre giorni, perché si inserisce in un solco storico della nostra città. Sicuramente il Consiglio d’Europa che si terrà qui a maggio sarà un elemento di riflessione in un momento in cui c’è la guerra in Europa. I diritti e la democrazia non sono affatto scontati, ma vanno sempre difesi e promossi“.

Quindi il sindaco di Torino ha inquadrato la situazione dei giovani che non studiano né lavorano: “La questione dei Neet è di grande importanza, soprattutto con la pandemia e nelle fasce sociali più deboli. Le politiche giovanili sono elementi intorno alle quali l’amministrazione vuole lavorare anche grazie al Pnrr“.

Il problema dei neet in Italia

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Anche Fabiana Dadone, ministra per le Politiche Giovanili, era a Torino per la partenza del Neet Working Tour. “Bisogna avere consapevolezza e insegnare ai Neet che hanno bisogno di uno stimolo. Abbiamo predisposto con il Governo una strategia di prossimità, con un contatto diretto con i ragazzi nelle piazze per proporre a tutte le offerte che ci sono ma che non sono conosciute – ha dichiarato –. C’è tanto lavoro da fare, abbiamo stanziato dei fondi per dedicare canali appositi nei centri per l’impiego e degli sportelli nei Comuni“.

Anche la ministra ha provato a mettere il problema al microscopio. “È difficile individuare il motivo per cui siano così tanti i Neet in Italia – ha dichiarato da Torino –. C’è una grande domanda di manodopera, ma non riusciamo a indirizzare i giovani. Devono sapere che c’è chi ha interesse per il loro destino, con il Pnrr siamo investendo soldi“.

Ucraina: da Torino un appello a ricordare i diritti

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A nome del Governo, poi, la ministra Dadone è intervenuta sul conflitto in corso in Ucraina. “Il mondo degli adulti dovrebbe rinfrescarsi la memoria sull’importanza dei diritti. Davamo per scontato che l’Europa fosse un’unione di popoli, oggi invece è venuto fuori lo spirito di condivisione. E sono i giovani – ha ricordato all’evento di Torino – che devono insegnarcelo. L’invio delle armi non è stata una decisione facile, ma molto sofferta. Era necessario per aiutare la popolazione sotto attacco“.

La partenza del Neet Working Tour di Torino è anche l’occasione per parlare di famiglia. “Genitori omogenitoriali? Sono leggi di cui il Parlamento dovrebbe occuparsi. Io sono d’accordo, ma la maggioranza è molto composita con l’obiettivo di portare a termine il Pnrr. Ogni forza politica, però, dovrebbe assumersi le proprie responsabilità per fare questo passo importante. Anche perché il mondo dei giovani ce lo chiede e se lo aspetta“, ha concluso la ministra Dadone.

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