Salvini: “Basta parlare di armi all’Ucraina, allontanano la pace”

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A margine della convention “L’Italia che vogliamo”, Matteo Salvini è tornato a parlare dell’invio di armi all’Ucraina. “Noi quasi tre mesi fa votammo l’invio di aiuti economici e militari all’Ucraina. Dopo tre mesi pensare di mandare altri miliardi di euro o di dollari, di armi, di bombe e di missili allontana la pace“, ha dichiarato il leader della Lega. “Sopra a tutto c’è il tema della pace: sono contento che Draghi porti parole di pace a Washington e in Europa. Sono contento che altri politici italiani, che parlavano solo di guerra e di armi fino alla settimana scorsa, adesso abbiano capito che non si scherza con la terza guerra mondiale“.

Lavoro, Salvini: “Sinistra vuole un Paese fondato sui sussidi”

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Salvini ha poi parlato di occupazione e sussidi. “Bisogna rimettere al centro il lavoro. A sinistra c’è qualcuno che vede un Paese fondato sui sussidi, che però negano il lavoro e creano lavoro nero e disoccupazione. Noi abbiamo proposte concrete: flat tax, una tassazione al 15% che possa aiutare gli imprenditori e portare nelle casse dello stato più soldi. Poi pace fiscale, perché ci sono mille miliardi di cartelle di Equitalia sulla testa degli italiani come un cappio. Dopo due anni di pandemia sarebbe il caso di saldare, stralciare e rottamare queste cartelle. La riforma della giustizia: ci sono i referendum il 12 giugno, che sono un grande strumento di cambiamento per i cittadini“, ha concluso.

“Non ora adesioni Nato e allargamento Ue”

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Tornando a parlare della guerra in Ucraina, Salvini ha commentato il possibile ingresso di altri Paesi nella Nato e nella Ue. “Io ragiono solo in termine di pace. Quello che avvicina la pace va fatto subito, quello che allontana la pace va messo in lista di attesa. Portare i confini della Nato ai confini con la Russia avvicina la pace? Lascio a voi giudicare. La mia priorità è rimettere intorno a un tavolo coloro che si sono abbandonati. Non c’è discussione su chi ha invaso e su chi si è difeso e non c’è discussione sul nostro radicamento nei valori occidentali di libertà, rispetto della democrazia e dei diritti civili. Siamo al terzo mese di guerra: occorre fermarsi“.

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