Nuovo Dpcm, ecco la bozza: i cambiamenti dal 16 gennaio

È disponibile la bozza del nuovo Dpcm che entrerà in vigore sabato 16 gennaio. Le nuove misure introdotte resteranno in vigore fino al 5 marzo. Tra i vari punti affrontati nel decreto c’è anche il nodo degli impianti sciistici, che resteranno chiusi fino al 15 febbraio 2021. Da tale data in poi, gli impianti potranno essere aperti “solo subordinatamente all’adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle provincie autonome e validate dal Comitato tecnico scientifico, rivolte a evitare aggregazioni di persone e, in genere, di assembramenti”.

Scuola, lezioni in presenza al 50% da lunedì

La bozza prevede che dal 18 gennaio gli studenti delle scuole superiori torneranno a seguire le lezioni in presenza al 50% (e fino al 75%). “Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, in modo che il 100 per cento delle attività siano svolte tramite il ricorso alla didattica digitale integrata e che, a decorrere dal 187 gennaio 2021, almeno al 50 per cento e fino ad una massimo del 75 per cento della popolazione studentesca delle predette istituzioni sia garantita l’attività didattica in presenza. La restante parte dell’attività didattica è svolta tramite il ricorso alla didattica a distanza”. Per le scuole elementari e medie, prosegue il testo del nuovo Dpcm, la didattica continua a svolgersi “integralmente in presenza”.

Cosa prevede il nuovo Dpcm per le università?

Per quanto riguarda le università, la bozza del nuovo Dpcm stabilisce che “in base all’andamento del quadro epidemiologico” gli atenei “predispongono piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari, da svolgersi a distanza o in presenza”. Un’eccezione viene fatta per le attività che “devono necessariamente svolgersi in presenza”.

Bar, asporto vietato dopo le 18:00

La bozza indica che da lunedì ai bar e alle attività che vendono bevande e alcolici verrà vietata la vendita da asporto dopo le 18:00. “Per i soggetti che svolgono come attività prevalente una di quelle identificate dai codici Ateco 56.3 e 42.25 l’asporto è consentito esclusivamente fino alle 18:00”.

Si possono andare a trovare parenti e amici?

Nel testo si legge che dal 16 gennaio in poi continuerà a essere possibile andare a casa di amici e parenti, in massimo due persone. Questa possibilità è prevista anche nelle zone rosse. “Lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata è consentito nell’ambito del territorio comunale, una sola volta al giorno, in un arco temporale compreso tra le 5:00 e le 22:00 e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di 14 anni sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale”, spiega la bozza del nuovo Dpcm. Il decreto prevede anche la possibilità, per chi vive nei comuni con meno di 5mila abitanti, di “spostarsi per una distanza non superiore ai 30 km al confine, con esclusione dei capoluoghi di provincia”.

La riapertura dei musei nelle zone gialle

Dal 16 gennaio, nelle zone gialle riapriranno i musei, gli istituti e i luoghi di cultura. La bozza del nuovo Dpcm stabilisce che i musei potranno restare aperti al pubblico dal lunedì al venerdì. L’unica condizione è che “detti luoghi, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali, nonché dei flussi di visitatori, garantiscano modalità di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone”.

Bozza nuovo Dpcm, le zone bianche

Per quanto riguarda le cosiddette zone bianche, la bozza del nuovo Dpcm delinea i requisiti per la loro individuazione. “Con ordinanza del ministro della Salute, adottata ai sensi del comma 16-bis del decreto legge n° 33 del 2020, sono individuate le regioni che si collocano in uno scenario di tipo 1 e con un livello di rischio basso, ove nel relativo territorio si manifesti una incidenza settimanale dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore ai 50 casi ogni 100.000 abitanti, all’interno delle quali cessano di applicarsi le misure di cui all’articolo 1, e le attività sono disciplinate dai protocolli allegati al presente decreto”.

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