Migranti, dal Cdm via libera alla stretta: nei centri trattenuti fino a 18 mesi

Come annunciato, dal Consiglio dei ministri è arrivata la stretta sul fronte migrazione mentre non si fermano gli sbarchi nel porto di Lampedusa e l’hotspot dell’isola è sul punto di esplodere.

Con l’obiettivo di aumentare i rimpatri, il Cdm ha portato da 6 a 18 mesi il tempo massimo di trattenimento nei Cpr, i Centri per il rimpatrio, come quando ministro dell’Interno era il leghista Roberto Maroni e i centri di chiamavano Cie (Centri per l’identificazione e l’espulsione).

Quindi – ha notato la premier Giorgia Meloni – tutto il tempo necessario, non solo per fare gli accertamenti dovuti, ma anche per procedere con il rimpatrio di chi non ha diritto alla protezione internazionale”.

Il Cdm ha varato anche nuove norme per la scuola e il Codice della strada.

Nuovi centri per il rimpatrio

Al momento i Cpr sono solo nove per 493 ospiti complessivi. Per questo il Genio militare realizzerà nuove strutture in località “a bassissima densità abitativa e facilmente perimetrabili e sorvegliabili”, senza creare “ulteriore disagio e insicurezza nelle città italiane”. Potranno essere caserme, aree militari dismesse o altri edifici che dovranno essere ristrutturati.

Spetterà a un Dpcm ad hoc individuare i criteri del piano. L’ultima finanziaria ha stanziato 42,5 milioni di euro per i prossimi tre anni proprio per l’ampliamento della rete. L’obiettivo di un Centro in ogni regione non è nuovo: diversi governi ci hanno provato in precedenza senza riuscirci soprattutto per l’opposizione dei territori.

Le due misure concordate in Cdm finiranno nel decreto Sud.

Stretta ai “falsi minori”

Nel prossimo Cdm è previsto un altro decreto con una stretta sui cosiddetti “falsi minorenni”, che secondo l’esecutivo dichiarerebbero di avere meno di 18 anni per usufruire delle tutele previste dalla legge Zampa sui minori stranieri non accompagnati. Numeri, ha lamentato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, “cresciuti a dismisura”. La norma introdurrà accertamenti per dirimere velocemente i casi dubbi.

Il provvedimento conterrà anche misure per l’introduzione di canali differenziati per l’ingresso di donne e bambini under 14, “ai quali sarà garantita ogni tutela”, ha precisato Meloni.

Si tratta di “soluzioni concrete alla forte pressione” che ha portato già 130mila arrivi nel 2023, ha detto la premier in Cmd all’indomani della visita a Lampedusa con la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen.

In proposito, ha definito “sorprendente” il suo piano in 10 punti presentato dalla numero uno dell’esecutivo comunitario, perché “perfettamente in linea con quel cambio di paradigma che questo governo ha sostenuto fin dal suo insediamento e che ora si è affermato a livello europeo”: la difesa dei confini esterni dell’Unione e lo stop “a monte” dei trafficanti di esseri umani e “dell’immigrazione illegale di massa”.

L’accordo con la Tunisia

L’esecutivo ora, ha chiarito, seguirà “con grande attenzione, passo dopo passo, gli impegni che l’Europa si è assunta con l’Italia”, a cominciare dalla promessa di “sbloccare in tempi rapidi le risorse previste dal Memorandum con la Tunisia”.

Al prossimo Consiglio europeo di ottobre l’Italia “chiederà agli altri Stati membri di assumere le decisioni necessarie e conseguenti, soprattutto in tema di blocco delle partenze illegali dal Nord Africa“.

La leader di Fratelli d’Italia ha puntato il dito contro quella “parte delle forze politiche italiane ed europee, che per ragioni ideologiche o, peggio, per calcolo politico, remano contro e fanno di tutto per smontare il lavoro che si sta portando avanti“, ha detto alludendo in particolare all’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione il socialista Josep Borrell, che ha criticato l’accordo Ue-Tunisia soprattutto per le modalità con cui è stato adottato (senza l’accordo preventivo dei 27).

In sostanza, la volontà della sinistra europea è rendere ineluttabile l’immigrazione illegale di massa”, ha tagliato corto la premier.

Non solo stop alle partenze, ma anche piede sull’acceleratore dei rimpatri, fermi nel 2023 a poco più di 3mila. E considerato che per l’espulsione dei migranti è necessario stipulare accordi con i Paesi di origine, il ministro degli Esteri Antonio Tajani convocherà a breve gli ambasciatori dei principali Stati di partenza, in testa la Guinea (15.138 sbarcati nel 2023), seguita da Costa d’Avorio (14.282), Tunisia (11.694) e Egitto (8.422).

Autovelox per controllo velocità in strada
Foto | Newsby.it

Codice della strada: multe salate per chi usa il cellulare

Il Cdm ha dato il via libera anche a nuove norme per il Codice della strada, introducendo una stretta agli autovelox e multe più salate per le soste selvagge e per chi guida con il cellulare.

Costerà molto caro telefonare mentre si è alla guida senza auricolari o modalità in viva voce, fino a 1.697 euro, 2 mesi senza patente e 10 punti, alla prima violazione. L’esborso sale fino a 2.600 euro per i recidivi. La multa per eccesso di velocità arriva a 1.084 euro e la sospensione della patente passa da 15 a 30 giorni per chi vìola i limiti in un centro abitato per due volte in un anno.

Multe più salate anche per chi sosta nei posti riservati alle persone con disabilità (per le due ruote da 165 a 660 e per i veicoli da 330 a 990 euro) o ai bus (da 87 a 328 euro per i ciclomotori e tra 165 e 660 euro per le quattro ruote).

Provvedimenti che secondo Meloni erano “urgenti” viste le morti, “troppe”, che si verificano ogni anno sulle strade. Le vittime di incidenti sono state 3.159 nel 2022, secondo i dati ufficiali Aci-Istat, in aumento quasi del 10% rispetto al 2021, con la ripresa degli spostamenti dopo la pandemia. E a uccidere sono prima di tutto la distrazione, nel 15% dei casi, il mancato rispetto della precedenza o dei semafori e la velocità eccessiva.

Stop agli autovelox “selvaggi”

Per fermare le stragi il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha annunciato anche “tolleranza zero per chi guida drogato o ubriaco”. Viene introdotto il divieto assoluto di assumere alcolici a seguito di condanne per reati specifici e l’obbligo di installare un “alcolock”, un dispositivo che impedisce al motore di accendersi se il tasso alcolemico del conducente è superiore allo zero.

La stretta riguarda anche i neopatentati, a cui vengono interdette per tre anni le auto di grossa cilindrata, e i monopattini per cui scatta l’obbligo di casco, targa e assicurazione.

Una delle misure più attese è lo “stop agli autovelox selvaggi, usati solo per fare multe”, ha detto Salvini, con “una definizione stringente sulle specifiche tecniche degli apparecchi e sul loro posizionamento”.

Una stretta approvata da Assoutenti, che considera quello degli autovelox uno strumento troppo spesso usato dagli enti locali per fare cassa e che lo scorso anno ha garantito nelle grandi città introiti per quasi 76 milioni di euro.

Scuola, riforma istituti tecnici e voto in condotta

Sul fronte scuola il Consiglio dei ministri ha introdotto novità per gli istituti tecnici e professionali e la disciplina in materia di valutazione del comportamento degli studenti.

Con la riforma del voto di condotta e della sospensione riportiamo la cultura del rispetto nelle scuole, e rafforziamo la autorevolezza dei docenti. È una svolta molto attesa dalla società italiana”, ha detto in Cdm la premier.

Il voto in condotta diventa strumento contro gli atti di violenza e bullismo a scuola: avrà più importanza nella valutazione complessiva di uno studente, verrà ripristinato alle medie e inciderà sui crediti per l’ammissione all’esame di Stato.

Quanto alla sospensione, fino a 2 giorni non prevederà l’allontanamento dalla scuola. Per periodi superiori, lo studente dovrà svolgere attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate.

Meloni ha plaudito anche alla riforma voluta dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, degli istituti tecnici e professionali. L’obiettivo è l’avvio, dall’anno scolastico 2024-2025, di una sperimentazione in larga scala del modello 4+2, percorsi quadriennali più due ulteriori annualità negli Its Academy. Sarà utilizzata una metodologia “on-the-job”, con un massiccio utilizzo della formazione pratica.

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