Lombardia, Buffagni alza la voce: “Passaporto sanitario? Si usi il cervello”

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Io penso che alcuni governatori che ipotizzano un passaporto sanitario dovrebbero utilizzare di meno la bocca e più il cervello“. Questo è il lapidario commento del Viceministro allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni a margine dell’inaugurazione del nuovo reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Sacco di Milano. “Per il resto credo che in questa fase ci si debba fidare di più della scienza“, ha quindi spiegato. Ma le polemiche tra la maggioranza e la Lega, in particolare per quanto riguarda la Lombardia, non accennano a placarsi.

Riapertura il 3 giugno? “Fidiamoci della scienza”

Buffagni ha però affrontato anche il discorso della riapertura, spostando l’attenzione dalla Lombardia all’intera nazione. E sull’ipotesi del 3 giugno come data utile ha glissato: “Io mi auguro che l’apertura avvenga nello stesso momento in tutte le regioni. La data non dipende da me. Lascio queste decisioni alla scienza. C’è il Comitato Tecnico Scientifico, ci sono tutte le persone e gli scienziati che stanno seguendo il governo e che daranno indicazioni e valutazioni. Non ci si improvvisa esperti di una materia, quindi aspettiamo“.

Da Buffagni è quindi arrivato un appello alla coesione nazionale: “Le attività economiche hanno già affrontato un momento difficile e arriveranno periodi anche più complicati. E quindi o capiamo come Paese che dobbiamo muoverci uniti e lottare uniti, oppure i morti sul campo economico, diciamo così, saranno anche tanti. E saranno ulteriori rispetto ai tanti morti che invece abbiamo avuto in Lombardia e che secondo me meritano molto rispetto istituzionale da parte nostra“.

Lombardia, l’attacco del Viceministro

Arriva quindi il capitolo sulla Regione Lombardia. Il Viceministro è molto severo: “Io sono convinto che la riforma Maroni abbia fallito, i fatti dicono che la riforma fatta dalla Lega ha fallito. Grazie all’intervento del Governo e al lavoro fantastico dei medici, gli infermieri e tutto il personale siamo oggi qui a inaugurare l’ampliamento delle terapie intensive. C’è chi ha preferito provare a fare cattedrali nel deserto e invece qui si sta investendo su degli ospedali che resteranno anche dopo“.

La mancanza sui territori l’avete vista tutti più che da cittadini che non da giornalisti o professionisti e credo sia un problema serio“, ha concluso. E le polemiche riguardo alla situazione della Lombardia sono certamente destinate a proseguire anche nei prossimi giorni.

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