Conte alla Camera: “Crisi di governo di cui non vedo il fondamento”

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Inizia oggi la ‘lunga’ due giorni che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dovrà affrontare in Parlamento per superare lo stallo politico. Le dimissioni delle ministre Bellanova e Bonetti di Italia Viva hanno aperto, di fatto, la crisi di governo. Se alla Camera dei Deputati la conta dei parlamentari dovrebbe essere una formalità, operazione diversa avverrà domani in Senato. È probabile che l’esecutivo ottenga comunque la fiducia anche a Palazzo Madama, ma non è assolutamente certo che arriverà la maggioranza assoluta. Un dato politico non da trascurare. E, quello di Montecitorio, sembra un discorso programmatico per il Conte 3.

Conte: “Questa maggioranza ha affrontato una sfida epocale con grande senso di responsabilità”

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Visione, spinta ideale, chiaro investimento di fiducia. Sono state questi secondo Giuseppe Conte i presupposti su cui è nato il suo governo nel settembre 2019. “Precisai che il programma non poteva risolversi in una mera elencazione di proposte eterogenee o una sterile sommatoria delle posizioni delle forze di maggioranza”. Così il presidente del Consiglio all’inizio del suo discorso durato 55 minuti. “Un’alleanza tra formazioni provenienti da storie, esperienze, culture di diversa estrazione e che in passato si erano confrontate con asprezza, poteva nascere solo su due discriminanti. Il convinto ancoraggio ai valori costituzionali e la solida vocazione europeista del Paese”. Poi, all’inizio del 2020, la pandemia ha cambiato la prospettiva. “E ci siamo trovati di fronte ad una sfida epocale.

Tutte le decisioni prese dall’esecutivo, che lui guida, si sono rivelate giuste? Se lo chiede Conte stesso durante le sue dichiarazioni a Montecitorio. La risposta, tuttavia, rimane sospesa. “Abbiamo operato sempre scelte migliori? Ciascuno esprimerà le proprie valutazioni. Per parte mia posso dire che il governo ha operato con massimo scrupolo e attenzione per i delicati bilanciamenti anche costituzionali. Se io oggi posso parlare a nome di tutto il governo a testa alta non è per l’arroganza di chi ritiene di non aver commesso errori ma è per la consapevolezza di chi ha operato con tutte le energie fisiche e psichiche per la comunità nazionale.

La stoccata del capo del governo a Renzi

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Conte ripercorre gli ultimi difficilissimi giorni del governo. E non risparmia profonde critiche a Italia Viva. Ricostruisce i passaggi che hanno portato al disimpegno del partito di Matteo Renzi dalla maggioranza. Ricorda l’astensione delle ministre Bellanova e Bonetti in occasione dell’approvazione in Consiglio dei Ministri del Piano di resilienza “nonostante i miglioramenti inseriti e usando come presupposto solo il mancato inserimento del Mes”. Poi, la conferenza stampa del 13 gennaio in cui Renzi ha annunciato il ritiro della delegazione di Italia Viva. “Per questo oggi sono qui”, ha sottolineato tra gli applausi (e cori di disappunto), “per spiegare le ragioni di una crisi per me infondata. “C’era davvero bisogno di aprire una crisi in questo momento? La risposta è no. Abbiamo compiuto tutti i passi per evitare che questa crisi potesse esplodere“.

Il presidente del Consiglio confessa il proprio “disagio” per tutto questo. Mentre “i nostri cittadini stanno affrontando difficoltà, stanno piangendo i morti”.  E la porta ai renziani sembra ormai definitivamente chiusa. “Questa crisi ha provocato profondo sgomento nel Paese. Rischia di produrre danni notevoli e non solo perché ha fatto salire lo spread, ma ancor più perché ha attirato l’attenzione dei media internazionali e delle cancellerie straniere. Diciamolo con franchezza: non si può cancellare quello che è accaduto. Giuseppe Conte ha spiegato quindi che “adesso si volta pagina” dopo il “grave gesto di irresponsabilità”. Perché “questo Paese merita un governo coeso e dedito a tempo pieno all’interesse dei cittadini per favorire una pronta ripartenza, una incisiva ripresa economica, con compiti molteplici e urgenti”.

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L’appello di Conte alle forze ‘europeiste’

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Conte annuncia di lasciare la delega ai Servizi Segreti dopo avere ripetutamente detto che non lo avrebbe fatto. Un passo ormai obbligato, che serve anche a togliere una scusa a chi ancora vuole intralciare il cammino della maggioranza. Ma non solo. Il capo dell’esecutivo apre ai parlamentari che vorranno entra in maggioranza. “Sarebbe un arricchimento di questa alleanza poter acquisire il contributo politico di formazioni che si collocano nella più alta tradizione europeista: liberale, popolare, socialista. Ma ho chiesto un appoggio limpido e trasparente”.

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Anche perché “il governo, chiaramente nel rispetto delle determinazioni delle forze parlamentari, si impegnerà a promuovere una riforma elettorale proporzionale, quanto più possibile condivisa, che possa coniugare le ragioni del pluralismo con l’esigenza di assicurare stabilità al sistema politica”. È l’atteso gancio politico per indicare una prospettiva ai piccoli partiti (soprattutto quelli centristi) che non verrebbero fagocitati dalla polarizzazione del maggioritario.

Camera, coro della Lega durante l’intervento del premier: “Mastella, Mastella!”

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Durante l’intervento di Conte, dai banchi della Lega si è alzato il coro “Mastella! Mastella!”, riferito al sindaco di Benevento. In quel momento il premier stava lanciando il suo appello a tutte le forze politiche in aula per rafforzare l’azione di governo durante questo momento di crisi istituzionale.

 

 

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