Giornata libertà di stampa, Fedeli: “Lavrov? Ha fatto propaganda”

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In occasione del presidio organizzato a Roma per la giornata internazionale per la libertà di informazione, vari esperti hanno parlato di come sono cambiate le cose nell’ultimo anno. Tra di loro c’era anche Valeria Fedeli, senatrice del Pd e membro della commissione Vigilanza Rai. “La libertà di stampa e il diritto di cronaca è parte essenziale della democrazia e bisogna ricordare i luoghi dove il lavoro dei giornalisti viene censurato come in Russia e in Bielorussia“, ha spiegato ai nostri microfoni. “Intervista a Lavrov? Scegliere di intervistarlo significa anche scegliere di non lasciarlo da solo a fare subdola contro-informazione e propaganda. Il ruolo dei giornalisti è essenziale perché sanno porre le domande. Caso Assange? È importante riconoscere la libertà di informazione anche in Occidente. Non dovrebbe essere incarcerato dopo l’estradizione, è un tema che riguarda le democrazie occidentali“.

Giornata libertà di stampa, Giulietti (Fnsi): “Minacce ai giornalisti aumentate del 41%”

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Anche Giuseppe Giulietti, il presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana (Fnsi), è intervenuto a margine del presidio per la libertà di stampa. “In Russia, Bielorussia, Ucraina dove sono morte decine di giornalisti, in Siria e in tanti altri paesi c’è un problema con la libertà di stampa. Il rapporto del consiglio d’Europa dice che le minacce ai giornalisti sono aumentate del 41%. L’Ucraina è messa molto male nelle graduatorie per la libertà di stampa ma questo non giustifica l’aggressione di Putin che è messo ancora peggio. Anche gli Stati e gli editori dovrebbero capire l’importanza degli inviati. Inviati freelance? Il governo invece di solidarizzare dovrebbero dire: approveremo la legge contro le querele bavaglio e per l’equo compenso, inoltre potrebbe istituire un’assicurazione pubblica per giornalisti senza editore che stanno operando in Ucraina. L’Ucraina non ci ha mai fornito verità e giustizia su Rocchelli e Mironov. Oggi raccoglieremo anche delle firme contro l’estradizione di Julian Assange“.

Noury (Amnesty): “Sbagliato dividere il mondo in zone buone o cattive”

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Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, ha spiegato che “in Ucraina muoiono i giornalisti che la guerra la raccontano sul campo. La Russia è diventata un deserto per quanto riguarda la libertà di informazione. Dal 2014, come Amnesty, abbiamo cominciato a segnalare le violazioni della libertà di stampa anche da parte ucraina. A distanza di 8 anni nessun responsabile per le morti di Rocchelli e Mironov, uccisi dalle forze armate ucraine. Quando finirà la guerra, il governo italiano dovrebbe chiedere una mano a quello di Kiev per trovare delle prove per aprire un nuovo processo. Se si vogliono ospitare in tv giornalisti russi non bisogna far raccontare propaganda di regime, bisognerebbe mostrargli un’immagine di Anna Politkovskaja. Il caso di Assange? Enorme problema che coinvolge l’Occidente, sbagliato dividere il mondo in zone buone e zone cattive“.

Sit-in a Roma di Fnsi, Amnesty e Articolo21 vicino ambasciata russa

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Il sit-in di Fnsi, Amnesty International, Articolo 21 e alcuni giornalisti ed esponenti del mondo della cultura e dell’associazionismo si è svolto nei pressi dell’ambasciata russa a Roma. “Vogliamo ricordare le croniste e i cronisti assassinati negli ultimi anni, fino al conflitto in corso, in Ucraina, Russia, Siria e protestare contro il bavaglio ai media indipendenti russi e bielorussi“, il commento della delegazione guidata dal presidente della Fnsi.

Giuseppe Giulietti ha ricordato anche Anna Politkovskaja, la giornalista dissidente che ha continuato a denunciare le violazioni dei diritti umani in Russia e in Cecenia e le politiche di Vladimir Putin fino a quando, il 7 ottobre 2006, è stata assassinata con cinque colpi di pistola nell’ascensore del suo palazzo.

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