FdI non cambia idea sul presidenzialismo: “La Costituzione è bella ma ha 70 anni”

Anche se il nuovo governo non si è ancora insediato, sono già iniziati i preparativi per la prossima legislatura, che si prospetta guidata dal centrodestra, in particolare da Fratelli d’Italia (FdI). Il partito è uscito dalle urne con il 26% delle preferenze e, con ogni probabilità, ricoprirà un ruolo di primissimo piano in parlamento nei prossimi cinque anni. Lo testimonia anche il fatto che ieri Giorgia Meloni, la leader di FdI, ha avuto, secondo quanto riferito da fonti parlamentari, una telefonata con Mario Draghi, l’attuale presidente del Consiglio, durante la quale avrebbe parlato con lui delle prossime scadenze fiscali. Nel frattempo, altri membri del partito hanno rilasciato alcune dichiarazioni utili per capire quale potrebbe essere la linea di azione del prossimo governo.

Costituzione, FdI punta a modificarla

Guido Crosetto, il cofondatore di FdI, ha auspicato un’interlocuzione tra i nuovi eletti e il governo attuale per creare una sinergia in grado di garantire il varo della legge di bilancio in tempi utili. Nel frattempo, i capigruppo, Luca Ciriani e Francesco Lollobrigida, e Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione del partito, hanno risposto alle domande dei giornalisti. Sono arrivate anche alcune possibili conferme sulle riforme costituzionali volute da FdI, tra cui il presidenzialismo. “Si può provare a migliorare la Costituzione, tenendo conto che è bella ma che ha anche 70 anni di età”, ha spiegato Lollobrigida

La possibile composizione della “squadra di governo”

Secondo alcune voci di corridoio, Giorgia Meloni punterebbe a piazzare almeno 14 esponenti di FdI nel nuovo governo, cercando al tempo stesso di mantenere dei buoni rapporti con Lega e Forza Italia. Per il momento però non sono stati fatti dei nomi precisi. “Sarebbe prematuro e irrispettoso fare nomi”, ha dichiarato Donzelli. “Non vogliamo prestarci a una simile sgrammaticatura”, ha aggiunto. Al momento più che di nomi si parla di criteri, con la preferenza per un esecutivo prettamente politico. Potrebbe però venir fatta un’eccezione per il ministro dell’Economia, ruolo per il quale si starebbe pensando a una figura di prestigio internazionale e al tempo stesso affidabile dal punto di vista politico.

Impostazioni privacy