Elezioni, Berlusconi valuta la possibilità di candidarsi al Senato

Nel corso di un’intervista a “Radio Anch’io”, su Radio Raiuno, Silvio Berlusconi, il presidente di Forza Italia, ha dichiarato di star prendendo in considerazione la possibilità di candidarsi al Senato. “Ci sto pensando, perché ho avuto pressioni da parte di tantissime persone, non solo da parte di Fi. Quindi penso che alla fine mi candiderò al Senato”. Sull’ipotesi di Giorgia Meloni premier, l’ex presidente del Consiglio ha rilasciato delle dichiarazioni in linea con quelle dei suoi alleati. “Noi abbiamo sempre detto che chi ha più voti verrà proposto al capo dello Stato come candidato-premier. Se sarà Giorgia Meloni, sono sicuro che si dimostrerà adeguata al difficile compito”.

Berlusconi: “Deriva autoritaria? La sinistra alimenta la paura”

Berlusconi ha poi parlato dei rischi di una deriva autoritaria in caso di vittoria del centrodestra alle prossime elezioni, evocata più volte dai leader del centrosinistra nelle ultime settimane. “Ho l’impressione che questa preoccupazione sia molto enfatizzata dalla sinistra. Il Pd in questi giorni sembra impegnato a creare un nuovo Cnl, come se si trattasse di liberare il Paese dal nazismo”, ha commentato il cavaliere. “Tutto questo è un po’ ridicolo e non fa bene di certo alla qualità del dibattito politico. In Europa c’è molta più maturità, più responsabilità, più rispetto per noi e per l’Italia. Io non mi appassiono molto a questa competizione, mi interessano molto di più le cose da fare per caratterizzare il centrodestra di governo”, ha aggiunto.

“La flat tax farà crescere le entrate dello stato”

Non è mancata una parentesi sulla flat tax, uno dei principali cavalli di battaglia della coalizione di centrodestra in questa campagna elettorale. “Non è corretto dire che la flat tax costa, almeno nel medio periodo, al contrario fa crescere le entrate dello stato: con la flat tax evasione ed elusione diventano meno convenienti e quindi emerge tutto il Pil sommerso; in secondo luogo lo stimolo che ne deriva fa crescere occupazione, consumi, investimenti e le entrate pubbliche. Così la necessità di spesa sociale diminuisce”.

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