Draghi, gli studenti di Torino: “Vogliamo essere ascoltati”

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Noi abbiamo contestato la ministra Azzolina ma soprattutto l’approccio del nostro Paese nei confronti dell’Istruzione. La scuola ancora una volta non è al centro delle priorità e si vede come gli studenti vengono abbandonati a se stessi“. Così gli studenti dei licei e dell’università di Torino, oggi in piazza Castello a protestare, commentano il Governo Draghi.

“Vogliamo un ministro che usi i soldi del Recovery Fund per gli studenti”

I Governi tecnici non esistono, soprattutto durante una crisi, che ha bisogno di una gestione politica. Ci aspettiamo che l’istruzione torni al centro del dibattito. Senza istruzione nessun Paese può andare avanti. Benissimo stanziare i fondi per la sanità ma non dimentichiamoci di scuola e università. Molti di noi in questi mesi hanno abbandonato lo studio per cercare disperatamente un lavoro, spesso sottopagato. Ciò avrà delle ripercussioni pesantissime sui prossimi anni sull’Italia“. E chi vorrebbero come ministro dell’Istruzione? “L’importante è che venga eletto un ministro che sappia prendere una posizione molto più radicale e che usi i soldi del Recovery Fund per noi. Questo Governo dovrebbe porsi in ascolto. Ci sono molte parti sociali che cercano di prendere la parola da mesi, chiunque sia il ministro mi aspetto che ascolti le nostre rivendicazioni“.

Flash mob degli studenti: “Abbattiamo il muro della scuola che non vogliamo”

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Gli studenti del capoluogo piemontese hanno anche organizzato un flash mob sotto il Palazzo della Regione: un muro di cartone è stato abbattuto in segno di protesta. “Sul muro attaccheremo tutto quello che non va della scuola che viviamo. Oltre alla didattica a distanza, le testimonianze di quello che vogliamo abbattere. Questo muro verrà buttato giù per dire che noi questo tipo di scuola non la vogliamo, non possiamo accettarla“, spiegano gli studenti. E ancora: “Gli studenti universitari sono stati invisibilizzati, non se n’è parlato per niente e sono arrivate solo briciole. Gli interventi sono stati pochissimi“, dicono.

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