Bonelli e la scritta “Infame” sulla porta di casa: “Non mi fanno paura”

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Non posso dire a cosa sia legato, non sarebbe onesto sul piano intellettuale. Non ho elementi per sapere chi è stato a compiere il gesto. La cosa certa è che la mia abitazione privata è stata violata“. Lo dice il Co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, che venerdì ha trovato la porta di casa a Ostia imbrattata dalla scritta “Infame.

Bonelli, i perché della violazione

L’abitazione privata è un luogo che dovrebbe essere gelosamente custodito. Anche perché ho una bambina piccola“, si è lamentato Bonelli. Che però non china il capo nei confronti di coloro che lo hanno messo nel mirino: “Non ho paura. Perché purtroppo la mia vita è stata costellata da molte minacce. È così da quando ho fatto il presidente del Municipio di Ostia, avevo avviato le demolizioni. All’epoca i clan degli Spada e dei Fasciani imperversavano in quel territorio e dettavano legge“.

Noi cerchiamo di portare la legalità“, ha ricordato Bonelli. Che poi ha passato in rassegna le traversie sopportate nel corso del tempo: “Io ho avuto una macchina bruciata in un attentato, con molti litri di benzina buttati sotto la mia porta. Sei anni fa una scatola con dentro un organo di un animale davanti alla mia abitazione. Probabilmente interpretare con passione la politica porta parecchie problematiche. Io non sono preoccupato, ma vorrei che la mia famiglia vivesse tranquilla“.

Un appello al Paese: “Clima torni educato”

L’esponente di Europa Verde aveva presentato due esposti relativi all’inchiesta di Fanpage sulle connessioni fra la campagna elettorale di alcuni esponenti di Fratelli d’Italia e Forza Nuova. “A prescindere dal fatto che mi è accaduto – ha osservato Bonelli –, nel nostro Paese si vive un clima di degenerazione. Anche del confronto politico, che sfocia nell’offesa“.

L’appello che mi sento di lasciare, indipendentemente dalla parte politica, bisognerebbe riportare un clima educato. Seppur nella differenza tra i partiti. Questo influirebbe molto nel Paese. Anche guardando che nel Paese i giornalisti vengono aggrediti per aver svolto il proprio lavoro. È inaccettabile, e noi siamo molto preoccupati. Serve un linguaggio nuovo, più pacato e educato“, ha concluso Bonelli.

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