Ucraina, ordine ad Azovstal: “Non combattete più” | Zelensky: “Donbass distrutto”

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I difensori dell’acciaieria di Azovstal hanno ricevuto da Kiev l’ordine di smettere di combattere. Lo annuncia in un videomessaggio il comandante del Battaglione Azov, Denys Prokopenko, ancora nell’acciaieria dopo che, secondo Mosca, circa in duemila soldati dell’Ucraina si sono arresi.

Ucraina: resa Azovstal, missili a Lozova

Il comando militare superiore ha dato l’ordine di salvare la vita dei soldati della nostra guarnigione e di smettere di difendere la città” di Mariupol, ha detto Prokopenko. “I civili sono stati evacuati – continua Prokopenko –, i feriti gravi hanno ricevuto l’assistenza necessaria e sono stati evacuati. Per quanto riguarda i morti, invece, il processo continua. Ma spero che nel prossimo futuro i parenti e l’intera Ucraina possano seppellire i loro soldati con onore“.

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La violenta esplosione a causa di un attacco missilistico russo alla “Casa della Cultura” recentemente rinnovata, nella città di Lozova, che si trova nella regione di Kharkiv, in Ucraina. Ci sarebbero sette vittime, tra cui un bambino di 11 anni. Lo afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che aggiunge: “Gli occupanti hanno identificato la cultura, l’istruzione e l’umanità come loro nemici. E non risparmiano loro missili o bombe. Cosa c’è nella mente delle persone che scelgono tali obiettivi? Male assoluto, stupidità assoluta“.

Mariupol e Donbass: la disperazione del governo

In un nuovo videomessaggio, Volodymyr Zelensky, il presidente dell’Ucraina, ha intanto dichiarato che il Donbass è completamente distrutto. “Le forze armate dell’Ucraina continuano la liberazione della regione di Kharkiv. Ma del Donbass le forze di occupazione stanno cercando di aumentare la pressione. È l’inferno e non è un’esagerazione”.

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Ci sono ancora persone là, è molto difficile portarle via. Sono senza beni di prima necessità e dobbiamo salvare le loro vite“. Queste invece le parole di Emine Dzhaparova, viceministra degli Esteri ucraina, al Consiglio d’Europa alla Reggia di Venaria, parlando della situazione di Mariupol. Quando la Russia ha occupato Mariupol ha creato la crisi umanitaria, perché i corridoi non hanno funzionato. Sono felice che finalmente i Paesi inclusa l’Italia abbiano capito cosa sia la Russia. Noi ci teniamo alle persone, la Russia no“.

Zelensky: “In corso genocidio del popolo dell’Ucraina”

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Il presidente ha poi denunciato il “bombardamento brutale e assolutamente insensato di Severodonetsk”, nel quale hanno perso la vita 12 persone. Molte altre sono rimaste ferite. Zelensky ha anche puntato il dito contro “i bombardamenti di altre città e gli attacchi aerei e missilistici dell’esercito russo”, tra cui quelli avvenuti nell’oblast di Odessa. “Tutto questo non ha e non può avere alcuna spiegazione militare per la Russia”, ha sottolineato.

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Il presidente ha poi ringraziato gli Stati Uniti per l’approvazione del pacchetto di aiuti da quasi 40 miliardi di dollari e ha evidenziato che in Ucraina è iniziato “il primo processo contro un criminale di guerra russo. Si concluderà con il pieno ripristino della giustizia nell’ambito del tribunale internazionale, ne sono sicuro. Troveremo e consegneremo alla giustizia tutti coloro che danno ed eseguono ordini criminali”. Zelensky ha anche parlato di “un tentativo deliberato e criminale di uccidere il maggior numero di ucraini possibile, distruggere quante più case, strutture sociali e imprese possibili”. Ha evidenziato che ciò che sta avvenendo “sarà qualificato come genocidio del popolo ucraino” e che “gli occupanti verranno certamente consegnati alla giustizia”.

Rubizhne rasa al suolo, la situazione di Mariupol

Sergei Gaidai, il capo dell’amministrazione regionale di Lugansk, ha dichiarato che la città di Rubizhne condivide lo stesso “destino di Mariupol“. “È stata completamente distrutta, non ci sono edifici superstiti, molte case non possono essere restaurate. Nei cortili ci sono cimiteri“,  ha aggiunto Gaidai. “Prima della guerra più di 60.000 persone vivevano qui e lavoravano. La ricostruiremo quasi da zero“.

Mykhaylo Podolyak, il capo negoziatore ucraino, ha dichiarato che sono tutt’ora in corso dei colloqui “molto difficili per l’evacuazione” dei militari ancora nascosti all’interno dell’acciaieria Azovstal. Ha poi sottolineato che gli ucraini dovrebbero astenersi dal commentare fino a quando l’operazione non sarà conclusa. Finora 1.700 combattenti ucraini si sono arresi e sono stati portati nelle aree controllate dalla Russia, ma restano ancora alcuni irriducibili all’interno dell’impianto industriale.

Ucraina, la viceministra a Torino: il suo appello

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Sarò molto franca, nel 2019 quando la delegazione russa è tornata nell’assemblea del Consiglio d’Europa c’è stato il fallimento del Consiglio d’Europa. E quando è stata espulsa recentemente, l’affidabilità e la credibilità del Consiglio d’Europa per noi ucraini sono state ristabilite – così Emine Dzhaparova, viceministra degli Esteri ucraina, al Consiglio d’Europa alla Reggia di Venaria. Oggi i ministri hanno parlato delle responsabilità della Russia. Quando è scoppiata la guerra in Crimea nel 2014, Putin è rimasto impunito per i suoi crimini. La nostra richiesta è di non commettere più questi errori e di fermare la guerra in Ucraina. Perché altrimenti si allargherà“.

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Questo è un messaggio per le madri russe e per la società russa. Questa guerra non è un’operazione speciale come dichiara Putin. La nostra gente viene uccisa e violentata. C’è il caso del ragazzino di 11 anni violentato di fronte a sua madre. Ha perso la capacità di parlare e l’unico modo in cui comunica è disegnando linee – così Emine Dzhaparova, viceministra degli Esteri ucraina, al Consiglio d’Europa alla Reggia di Venaria –. Quindi se chiedete se voglio la pace, certamente la voglio. Ma c’è un muro, un ostacolo, che è Putin. Perché lui non vuole la pace o alle sue condizioni. Putin è come Hitler e la responsabilità dell’Europa è capire questo e fermarlo. Io credo che la pace sia possibile, non avremmo mai creduto che l’esercito ucraino potesse resistere alla seconda potenza militare al mondo per tre mesi. Quindi so che la pace è possibile, perché so quello che prova la gente. La formula è: sopravvivere, rinascere e ritornare a essere il Paese che eravamo“.

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