Trump condannato per abuso e diffamazione: dovrà pagare 5 milioni

Nuovi guai giudiziari per Donald Trump. L’ex Presidente degli Stati Uniti d’America è stato, infatti, condannato per abuso e diffamazione nei confronti di Jean Carroll.

A stabilirlo è stato il tribunale di New York, il quale ha condannato il tycoon a un risarcimento milionario a favore della scrittrice.

Respinta l’accusa di stupro. Per la giuria della Grande Mela, Trump non si è macchiato di questo crimine.

La condanna

Deciso a sfidare Joe Biden alle prossime elezioni per provare a tornare alla Casa Bianca, Donald Trump per il momento è costretto a concentrarsi su uno dei diversi processi giudiziari che lo vedono coinvolto.

È notizie di queste ore, infatti, la decisione da parte del tribunale di Manhattan di condannare il magnate statunitense al risarcimento di 5 milioni di dollari nei confronti di Jean Carroll, vittima di abuso e diffamazione da parte di Trump oltre una ventina d’anni fa.

Dopo essersi confrontata per qualche ora in camera di consiglio, la giuria del processo che vede protagonista il tycoon a New York lo ha indicato come colpevole di aggressione sessuale ai danni della scrittrice.

I fatti risalgono al 1996, quando Trump, stando alla giuria, avrebbe abusato di Jean Carroll nei camerini del grande magazzino Bergdorf Goodman a New York, senza però stuprarla.

Cade, infatti, questa accusa ancor più pesante, con l’ex Presidente USA condannato anche per diffamazione sempre nei confronti della donna.

Nell’ottobre del 2022, Trump definì, infatti, come “farsa” le accuse mossegli dalla scrittrice, additandola anche come “bugiarda” per mezzo di un post pubblicato sul suo social Truth.

Per la somma di questi due crimini, la giuria ha quindi deciso di condannarlo a un risarcimento complessivo di 5 milioni di dollari.

La scrittrice Jean Carroll apre la porta ed esce da un edificio
Foto | Ansa

La risposta di Trump

Immediata ovviamente la risposta del diretto interessato, deciso a difendere e ripulire il proprio nome così da potersi regalare qualche chance nella sua nuova corsa alla Casa Bianca.

“Non ho assolutamente idea di chi sia questa donna. Questo verdetto è una vergogna, una continuazione della più grande caccia alle streghe di tutti i tempi”.

Queste le parole con le quali Trump ha commentato il verdetto della giuria in un post pubblicato sempre sul social Truth.

Una versione diametralmente opposta a quella fornita al tribunale da Jean Carroll.

Nel corso del processo durato un paio di settimane, la scrittrice ha raccontato di aver conosciuto Trump a una festa, dove lui le aveva chiesto dei suggerimenti per un regalo.

Un incontro sfociato poi in un atto di violenza, con l’allora giornalista del magazine Elle che ha dichiarato:

“È stata una sensazione orribile. Ha messo la mano dentro di me e girato il dito”.

Un abuso tenuto nascosto da Carroll per oltre vent’anni, fino al 2019, quando decise di muovere le prime accuse nei confronti del tycoon. Il motivo?

“Mi vergognavo, pensavo fosse colpa mia”.

Ha detto la stessa scrittrice in lacrime, la quale ora si è presa una piccola rivincita su Trump, come dichiarato all’ingresso in tribunale prima della sentenza:

“Quando ho scritto della violenza, lui ha negato. Ha mentito e ha distrutto la mia reputazione. Sono qui per riprendermi la mia vita”.

Donald Trump parla al microfono su un palco
Donald Trump | Photo by Gage Skidmore licensed under CC BY-SA 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0/deed.en)

Abuso, non stupro

Già costretto a difendersi nell’ormai famosissimo caso Stormy Daniels, Trump ha deciso di non presentarsi mai in aula durante tutto il processo Carroll, preferendo respingere le accuse attraverso il lavoro dei propri legali e fornendo ai giurati una deposizione privata.

L’ex Presidente USA avrà, però, tirato sicuramente un sospiro di sollievo quando il tribunale lo ha di fatto assolto dall’accusa di stupro nei confronti della scrittrice (più grave di quella di abuso).

Secondo la legge di New York esiste, infatti, una differenza sostanziale tra abuso e stupro e, secondo la giuria, Carroll non avrebbe subito questo secondo tipo di violenza.

Come spiegato dalla CNN, stando alla legge della Grande Mela, “una persona è responsabile di stupro quando costringe a un rapporto sessuale un’altra persona, senza il suo consenso e in evidenza di una penetrazione del membro maschile nell’organo riproduttivo femminile (nel caso in cui a compiere una violenza sia un uomo ovviamente)”.

Un reato che si differenzia da quello di abuso, determinato invece da un “contatto sessuale tra le parti sessuali di una persone e altre parti intime di un secondo soggetto, allo scopo di gratificare il desiderio sessuale di una delle due parti”.

Intercettato all’uscita dal tribunale, l’avvocato di Donald Trump, Joe Tacopina, ha fatto intendere che il tycoon si appellerà al verdetto, in quanto convinto di non poter ottenere un processo equo a New York “in base alla composizione della giuria”. A riportarlo è stata la CNN.

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