Gli Stati Uniti colpiscono la Russia dove fa più male: stop alle importazioni di petrolio

Gli Stati Uniti  hanno deciso di bloccare le forniture di petrolio e gas provenienti dalla Russia. L’indiscrezione, trapelata nelle scorse ore durante un ‘intervista della CNN con il senatore democratico Chris Coons, è stata confermata da Joe Biden. Nel suo discorso alla nazione, il presidente degli Stati Uniti ha annunciato nuove pesanti sanzioni nei confronti della Russia. “Putin non vincerà”, ha sottolineato l’inquilino della Casa Bianca. “Potrà conquistare alcune città, ma non un intero Paese”.

Biden non si aspetta che tutti gli alleati degli Stati Uniti si allineino a questa misura. Molti di loro dipendono dall’energia fornita dalla Russia e non potrebbero permettersi di rinunciare al petrolio e al gas naturale.

Le conseguenze delle dichiarazioni di Biden non si sono fatte attendere. A New York le quotazioni del petrolio sono salite del 7,38%, arrivando a 128,11 dollari al barile.

L’impatto della decisione sull’economia

La Russia è la più grande esportatrice mondiale di petrolio e gas naturale. Finora le sanzioni non hanno toccato in alcun modo questo aspetto vitale della sua economia, ma ora la musica ha iniziato a cambiare. Anche se gli Stati Uniti non sono i principali acquirenti del petrolio russo, la scelta potrebbe avere un impatto importante sul rapporto tra i loro alleati e la Russia. Quasi certamente l’annuncio intensificherà l’impatto della guerra sull’economia globale, già in crisi a causa dell’aumento dei prezzi e della scarsità della scorte. Negli Stati Uniti, proprio come in Italia, i prezzi del carburante sono già schizzati alle stelle in seguito all’inizio delle ostilità in Ucraina, determinando un peggioramento dell’inflazione.

Perché gli Stati Uniti non avevano ancora preso di mira l’energia russa?

Tramite una nota, la Casa Bianca ha accusato il governo di Vladimir Putin di essere “responsabile della sua guerra non provocata e ingiustificata contro l’Ucraina”.

Sul divieto di importazione del petrolio dalla Russia, gli Stati Uniti si stanno muovendo in anticipo rispetto agli alleati europei, seguendo una strada già tracciata dal Canada nelle scorse ore. Finora le sanzioni avevano riguardato il rublo, l’accesso al sistema internazionale Swift, il trading finanziario e gli asset degli oligarchi russi all’estero. L’energia russa non era stata presa subito di mira a causa del timore di un forte contraccolpo sulle forniture. Tuttavia, alla luce delle conseguenze limitate delle sanzioni finora comminate, è arrivato il momento di un brusco cambio di passo, almeno per chi può permetterselo.

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