Macron presidente, Putin si congratula | Cosa c’è dietro le parole dello Zar

Il presidente della Francia continuerà a essere Emmanuel Macron, forte del 58,55% dei voti dei cittadini transalpini nel ballottaggio contro Marine Le Pen. L’esito dei voti del 24 aprile gli ha attirato le congratulazioni di tanti leader mondiali, tra cui compare anche il presidente della Russia Vladimir Putin.

Il messaggio arriva direttamente dal Cremlino, sebbene sia stata l’agenzia Interfax a veicolarlo in giro per il mondo. Qui Vladimir Putin ha espresso a Emmanuel Macron le proprie congratulazioni per la conferma all’Eliseo e l’augurio di un secondo mandato all’insegna del “successo”. Come mai, però, nel pieno della guerra con l’Ucraina, la Russia ha voluto ufficialmente mostrarsi vicina a un Paese come la Francia, membro dell’Ue e della Nato? Tanto più che il confermato presidente è espressione di quell’ideologia liberal che la propaganda di Mosca sta cercando di combattere con ogni mezzo? Proviamo a ricapitolare le puntate precedenti.

Macron e Putin: tre mesi di difficili relazioni diplomatiche

Macron, da presidente della Francia uscente, è stato parte di quel gruppo di altissimi esponenti politici occidentali che subito si è speso in prima persona per provare a evitare drammatiche escalation nel conflitto tra Russia e Ucraina. Lo ha fatto anche in anticipo rispetto ad altri, tentando un dialogo proprio con Putin contattandolo al telefono e chiedendogli una tregua. Avvenne già a inizio marzo, poco prima che il presidente della Francia diventasse uno dei pilastri di un summit informale dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea. Si tenne non a caso a Versailles, non lontano quindi da Parigi. E le sue parole furono chiare: “Noi non siamo in guerra, non lo siamo sul campo. Ma non escludiamo ulteriori sanzioni“.

Un discorso di Macron al Consiglio europeo
Foto | Newsby

Bisogna anche ricordare che Macron si spese in primissima persona quando la guerra non era ancora scoppiata. Lo fece il 7 e 8 febbraio, incontrando prima Putin a Mosca e poi Zelensky in Ucraina. La tensione all’epoca era già alta, in particolare riguardo alla Crimea. Ma il presidente della Francia all’epoca provò a insistere sull’importanza del dialogo, mentre gli Usa già spingevano sulle sanzioni. “La Russia è un Paese europeo. Se si crede nell’Europa, bisogna essere in grado di lavorare con loro e trovare modi e mezzi per costruire il futuro in Europa e con gli europei“, affermò. In Occidente, peraltro, si insistette molto sulla sua enorme distanza nel tavolo che condivise con lo Zar.

Non bisogna dimenticare che proprio la Francia e Macron sono stati a lungo uno dei principali ostacoli (insieme alla Germania di Scholz) che separano l’Europa dall’embargo totale su gas e petrolio della Russia. Una decisione vista come non più rimandabile da buona parte del Continente, tanto che la Commissione europea potrebbe inserirla nel sesto pacchetto di sanzioni. L’idea però è che tale procedimento possa essere molto più graduale, soluzione che inevitabilmente il Cremlino gradirebbe.

Un discorso di Macron al Parlamento europeo
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Il ruolo da pacificatore che Macron ha tentato di ricavarsi, però, piace anche a chi rispetto alla Russia si trova sull’altro fronte. Parliamo ovviamente dell’Ucraina, dato che la sua conferma all’Eliseo è stata accolta con favore anche da Volodymyr Zelensky. “Congratulazioni a Emmanuel Macron, vero amico dell’Ucraina, per la sua rielezione! Gli auguro ulteriori successi per il bene del popolo francese. Apprezzo il suo sostegno e sono convinto che stiamo andando avanti insieme verso nuove vittorie comuni. Verso un’Europa forte e unita!“, ha scritto infatti su Twitter. Difficile, anzi impensabile, che Putin non se ne sia accorto

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