Zaki, maschere di Patrick davanti l’ambasciata di Egitto. Noury: “Da tre anni è in un limbo”

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Si è tenuto davanti l’ambasciata di Egitto a Roma il sit-in organizzato da Amnesty International per il terzo anniversario dell’arresto di Patrick Zaki. Un evento che è stato organizzato per ribadire a gran voce la scarcerazione definitiva del ragazzo che a breve sarà impegnato in una nuova udienza. “La situazione di Patrick?  È ancora in un limbo perché è intrappolato in un processo che non ha fine“, ha esordito così il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury. Il prossimo 28 febbraio ci sarà la nuova udienza e il rischio, come ha spiegato Noury, per il giovane è “di venire arrestato e di rimanere in carcere per 5 anni solo per aver scritto la verità sulla situazione dei cristiani coopti in Egitto“. Come raccontano gli esponenti di Amnesty, Zaki è in trappola e nel Paese Nordafricano non è cambiato nulla sui diritti umani. “Patrick è solo uno dei 6mila detenuti per reati politici“, ha concluso Noury.

Cospito, Noury: “Chiediamo sospensione regime 41bis”

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Noury ha poi spiegato che “Amnesty International, insieme ad altre organizzazioni, ha chiesto la sospensione del regime del 41 bis per Cospito perché peggiora le condizioni fisiche e mentali del detenuto. C’è il rischio che questa vicenda possa essere legata ad altre. Non bisogna prenderle tutte collettivamente, ma in alcuni casi il 41 bis è da considerare come maltrattamento e tortura – ha proseguito Noury rispondendo alla domanda se con la discussione in atto sullo strumento, questo possa perdere di efficacia -. Un conto è il momento storico in cui è nato per evitare contatti esterni con i boss mafiosi, un altro è perpetuare un regime che in alcuni aspetti è pericoloso per la salute umana“. Sulla mancanza della tutela dei diritti umani per il caso Cospito ha detto: “C’è un tema di collegamento tra diritti umani e carceri, ma non riguarda solo il 41 bis“.

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