Whirlpool, lavoratori di Napoli in piazza a Roma: “Governo ci tuteli”

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Circa 300 lavoratori dello stabilimento Whirlpool di Napoli hanno manifestato a Roma per chiedere al governo di tutelarli nei confronti della multinazionale, evitando i licenziamenti. Sono partiti in corteo da Piazza della Repubblica per raggiungere il Mise, dove si svolgerà il tavolo sulla vertenza.

La preoccupazione della Fiom Cgil

Ci aspettiamo che quanto annunciato nella notte dai ministri Orlando e Giorgetti oggi abbia una spiegazione. Ci hanno detto che oggi ci sarebbero stati e che ci avrebbero illustrato un provvedimento straordinario in grado di traghettare questi lavoratori da Whirlpool al consorzio“. Lo ha dichiarato Barbara Tibaldi, responsabile Fiom Cgil nazionale.

Oggi ci aspettiamo la serietà da parte di questo Governo, di spiegarci in quale modo possiamo proseguire. Noi non molliamo, non molleremo mai – ha affermato Tibaldi a chiare lettere –. Sappiamo che è in corso il consiglio dei ministri, quindi siamo preoccupati. Ma non credo che ancora tante volte questi lavoratori della Whirlpool possano essere presi in giro. Credo che oggi ci voglia serietà“.

Whirlpool, lavoratori in ansia: “Siamo agli sgoccioli”

Siamo quasi agli sgoccioli, ma mai dire mai – afferma una lavoratrice della fabbrica napoletana –. Noi confidiamo nel Governo, che ci porti una soluzione e che ci aiuti in un momento così critico. La speranza, come si dice, è l’ultima a morire. Noi speriamo fino alla fine. Abbiamo due strade, la strada del Governo e la strada della denuncia che abbiamo presentato nei confronti di Whirlpool. Noi comunque confidiamo nel Governo, che ci aiuti e non ci lasci con le lettere del licenziamento in mano“.

Noi dal Governo ci aspettiamo risposte serie adesso. Perché noi ormai siamo agli sgoccioli, il 28 parte il licenziamento. Abbiamo una settimana di tempo. Abbiamo chiesto al ministro Giorgetti di fare una legge che ci accompagni, nei 59 giorni di lasso temporale, da Whirlpool al consorzio senza essere licenziati. Perché questo porterebbe lavoro a Napoli, in una fabbrica di alto livello. E dobbiamo capire la produzione che fine farebbe“, aggiunge un altro lavoratore.

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