Perché i voli di Ita non possono atterrare a Linate con la nebbia?

Tra i tanti ostacoli che Ita Airways sta affrontando in questi primi giorni di attività c’è anche la nebbia. Può sembrare una battuta, ma non è così. Le regole dell’Icao, l’ente Onu per l’aviazione civile, prevedono che per un certo periodo di “rodaggio”, di solito della durata di sei mesi, un nuovo vettore possa muoversi solo in condizioni di visibilità soddisfacente. È per questa ragione che il 22 ottobre vari voli di Ita non hanno potuto atterrare a Milano Linate. Sette velivoli sono stati dirottati a Malpensa e uno a Genova. Il tutto mentre i voli di altre linee aeree atterravano senza problemi proprio a Linate.

I voli di Ita che non hanno potuto atterrare a Linate

Finché non terminerà il periodo di rodaggio, Ita Airways potrà effettuare solo operazioni di “Categoria I”. Queste prevedono “l’avvicinamento strumentale di precisione e l’atterraggio” con una visibilità generale “non inferiore a 800 metri o portata visiva della pista non inferiore a 550 metri”. Il 22 ottobre la nebbia non era troppo fitta, ma la sua presenza rendeva comunque la visibilità inferiore ai 550 metri. Ita Airways, non autorizzata ad atterrare a Milano Linate in quelle condizioni, ha dovuto dirottare otto voli verso altri aeroporti. L’AZ1242 partito da Pescara, l’AZ1626 da Brindisi, l’AZ1646 da Bari, l’AZ1278 da Napoli, l’AZ357 da Parigi Orly, l’AZ1742 e l’AZ1747 da Catania sono stati fatti atterrare a Malpensa. L’AZ2010, partito da Roma Fiumicino, è invece atterrato a Genova. Per alcuni dei collegamenti non sarebbe bastata nemmeno la “Categoria II”, che prevede una “portata visiva della pista non inferiore a 300 metri.

La possibile soluzione

Sembra che l’Enac (l’Ente nazionale per l’aviazione civile) potrebbe, con una procedura accelerata, autorizzare Ita Airways alle operazioni di “Categoria III B”. Quest’ultime consentono di atterrare con una “portata visiva della pista” tra i 75 e i 200 metri. Sembra che il via libera possa arrivare già in settimana, facilitato anche dal fatto che gli aerei, proprio come i comandanti e i primi ufficiali, hanno da tempo tutte le certificazioni necessarie per muoversi in sicurezza in condizioni di visibilità ridotta.

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