Ucraina, quali sono i numeri dei profughi arrivati in Italia

Quanti profughi sono già arrivati dall’Ucraina all’Italia? E quanti ne sono ancora destinati ad approdare nel nostro Paese? Come si sta comportando nel suo complesso l’Europa? Cerchiamo di fare un attimo chiarezza in base ai numeri aggiornati al 17 marzo.

L’Oim lancia l’allarme

A oggi, più di 3 milioni di persone sono ormai fuggite dall’Ucraina trovando rifugio temporaneo nei Paesi dell’Unione europea. 1,7 milioni solo in Polonia. Un flusso enorme di persone, la maggior parte delle quali sono donne e bambini, che oltre all’angoscia per non avere più una casa, durante la fuga devono fare i conti con l’artiglieria e i cecchini russi che non risparmiano i civili. Ma non basta. L’Oim, l’Organizzazione interazionale per le migrazioni, è tornata a lanciare l’allarme sul rischio che nel corso del viaggio la gente dell’Ucraina possa rimanere vittima della tratta.

Un pericolo che riguarda in modo particolare donne e bambini che viaggiano da soli. “Il deterioramento della situazione umanitaria e i conseguenti movimenti su larga scala”, ha detto l’organismo dell’Onu, “sono correlati a un aumento delle minacce alla sicurezza personale e tutto questo fa sì che le persone in fuga siano ad alto rischio di sfruttamento.

Sono 50mila i profughi ucraini arrivati in Italia

Per quanto riguarda l’Italia i profughi arrivati dall’Ucraina fino a oggi sono poco più di 50mila. Per il 90% sono donne e bambini (25mila donne, 5mila circa uomini e 20mila minori). I numeri sono stati forniti dal capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, che ha anche spiegato come la maggior parte delle persone siano arrivate attraverso il confine sloveno e per ora solo 2.500 utilizzano l’assistenza strutturata, mentre gli altri si sono rivolti ad amici e parenti”. Le principali città di destinazione dichiarate al momento dell’ingresso in Italia sono ancora Milano, Roma, Napoli e Bologna.

A breve dovrebbe essere previsto l’utilizzo dei centri coordinati dal Viminale, strutture gestite dal terzo settore e case messe a disposizione da cittadini pronti ad ospitare chi ne ha bisogno. Verranno sbloccate, inoltre, importanti risorse per ampliare i posti disponibili nei centri di accoglienza straordinaria e comunali: stanziati oltre 181 milioni di euro dal 2022 al 2024. Anche perché ci si aspetta che nelle prossime settimane il numero di rifugiati possa toccare quota 700mila. Esclusa invece, almeno per ora, la nomina di un commissario per l’accoglienza.

La questione del Covid e delle vaccinazioni con i profughi arrivati in Italia dall’Ucraina

C’è poi il tema dell’assistenza sanitaria. Ai profughi sono offerti un primo screening (incluso il tampone Covid), le vaccinazioni (contro il Covid, ma anche quelle pediatriche), insieme a una tessera sanitaria provvisoria. “Correre per verificare l’affidabilità del vaccino russo Sputnik, non approvato dall’Ema, con cui sono vaccinati circa il 34% degli ucraini, migliaia dei quali stanno fuggendo verso l’Italia e altri Paesi occidentali, dove non è riconosciuto per la certificazione verde”. Il virologo Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario dell’Ortopedico Galeazzi di Milano e docente presso l’Università Statale di Milano, spiega l’urgenza di questo provvedimento.

“Chi è già vaccinato con lo Sputnik non è detto che debba rifare la vaccinazione. È probabile che si facciano delle prove e si potrà valutare l’intercambiabilità, come è già stato fatto per Astrazeneca e Pfizer”. “Si tratta di avere una validazione formale che dovrebbe avvenire a breve”, sottolinea. “Sarà necessario definirla quanto prima. Perché stanno arrivando migliaia di profughi e si dovrà già vaccinare chi non è vaccinato. Come si sa, la curva dei nuovi casi di Covid in Italia sta salendo nelle ultime settimane ma per diverse concause e non solo per gli arrivi di chi fugge dalla guerra.

I numeri degli arrivi nei Paesi di primo approdo

Come dicevamo, ha quasi raggiunto quasi la cifra di 3 milioni (2.952.026) il numero di ucraini fuggiti per cercare rifugio verso i Paesi limitrofi. Sono gli ultimi dati dell’Onu aggiornati al 14 marzo e riferiti dal sito dell’Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati). Dal 24 febbraio ad oggi la maggioranza delle persone in fuga è giunta in Polonia (quasi 1,8 milioni di profughi), seguita dalla Romania (oltre 422.000) e dalla Moldavia (quasi 340.000). Seguono ancora Ungheria (quasi 264.000), Slovacchia (213.000), Russia (circa 143.000) e Bielorussia (1.200).

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