Strage di Capaci, Mattarella: “La mafia può essere battuta”

31 anni fa aveva luogo una delle stragi più famose, nonché tragiche, di tutta la storia italiana: la strage di Capaci. Qui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Tante le commemorazioni previste a Palermo, all’interno e all’esterno dell’aula bunker dell’Ucciardone. Alla cerimonia presente il ministro degli Interni Piantedosi, insieme a 80 baby sindaci da tutta Italia, oltre al capo della polizia Vittorio Pisani, il prefetto Francesco Messina, direttore centrale Anticrimine della Polizia, il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta, il questore di Palermo Leopoldo Laricchia, e la vedova del caposcorta di Falcone, Tina Montinaro. In collegamento da Roma è intervenuto anche il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. 

In occasione delle celebrazioni, è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha dichiarato: “La mafia li ha uccisi, ma è sorta una mobilitazione delle coscienze, che ha attivato un forte senso di cittadinanza. Nelle istituzioni, nelle scuole, nella società civile, la lotta alle mafie e alla criminalità è divenuta condizione di civiltà, parte irrinunciabile di un’etica condivisa. L’azione di contrasto alle mafie va continuata con impegno e sempre maggiore determinazione. Un insegnamento di Giovanni Falcone resta sempre con noi: la mafia può essere battuta ed è destinata a finire“. 

Strage di Capaci
Strage di Capaci | Foto Wikimedia Commons @Manuel M

Le dichiarazioni di Mattarella

Mattarella ha poi aggiunto: “Magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno demolito la presunzione mafiosa di un ordine parallelo, svelando ciò che la mafia è nella realtà: un cancro per la comunità civile, una organizzazione di criminali per nulla invincibile, priva di qualunque onore e dignità. I criminali mafiosi pensavano di piegare le istituzioni, di rendere il popolo suddito di un infame potere. La Repubblica seppe reagire con rigore e giustizia”. Secondo Mattarella, gli eventi collegati alla strage di Capaci “sono iscritti per sempre nella storia della Repubblica. Si accompagna il senso di vicinanza e riconoscenza verso quanti hanno combattuto la mafia infliggendole sconfitte irrevocabili, dimostrando che liberarsi dal ricatto è possibile, promuovendo una reazione civile che ha consentito alla comunità di ritrovare fiducia“.

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni | Foto Ansa

Le dichiarazioni di Meloni

Il compito della politica è assicurare il sostegno totale da ogni punto di vista, culturale e materiale: dalle iniziative legislative alle dotazioni di risorse umane e strumentali per aiutare chi non si risparmia per liberarci dalla mafia. Il cammino davanti a tutti noi è ancora lungo e difficile, ma non ci spaventa anzi ci rafforza al cospetto dei familiari dei caduti ci inchiniamo con gratitudine”, ha dichiarato Meloni in un collegamento video. Sulla strage di Capaci, inoltre, la premier ha condiviso un post sui propri social. “Oggi al Parco Falcone e Borsellino, a Roma, ho deposto una corona di alloro in memoria del giudice Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti di scorta uccisi per mano mafiosa il 23 maggio 1992. A 31 anni dalla strage di Capaci, che coincide con la Giornata per la legalità e il contrasto alla criminalità mafiosa, desidero ricordare tutti quegli eroi, Servitori dello Stato, che non si sono piegati davanti ad alcuna minaccia o intimidazione, dedicando la loro vita alla lotta contro la mafia, per la libertà dell’Italia e degli italiani”. 

Meloni si è detta poi “fiera” di una nazione che ha arrestato “pericolosi superlatitanti”, facendo riferimento a Matteo Messina Denaro, catturato a Palermo lo scorso 16 gennaio 2023, dopo una fuga durata 30 anni. “Grazie soprattutto al preziosissimo lavoro di indagine delle nostre forze di Polizia. Che il coraggio e l’esempio di chi ha sacrificato la propria vita per contrastare il crimine organizzato guidino sempre le nostre azioni, a difesa della legalità e della giustizia. Non dimentichiamo“.

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