Quarta dose del vaccino anti-Covid, in Italia si farà o no?

L’ipotetica quarta dose del vaccino anti-Covid continua a far discutere. Mentre in sei Paesi sono già iniziate le somministrazioni, in Italia sembra che la situazione stia prendendo una piega diversa. Nel corso di un’intervista a Elisir, su Rai 3, Nicola Magrini, il direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), ha dichiarato che nella Penisola il quarto vaccino “non sarà una quarta dose ma un richiamo, speriamo annuale”.

Quarta dose, il parere degli esperti italiani

Magrini non è stato l’unico a parlare dell’eventualità di un richiamo annuale. Anche il virologo Fabrizio Pregliasco ritiene probabile che le prossime somministrazioni avranno una cadenza simile a quella del vaccino antiinfluenzale e riguarderanno solo le persone fragili e chi vorrà proteggersi con vaccini influenzali. Questa posizione è condivisa anche dal collega Francesco Broccolo. Parlando con l’Ansa, l’esperto ha dichiarato che “nella storia della vaccinazione non si era mai arrivati a dare quattro dosi così ravvicinate tra loro, il massimo sono state tre, con le prime due ravvicinate e la terza distanziata”. Per il virologo è questa la ragione per cui sarebbe opportuno “prendere una lunga pausa, anche per monitorare l’evoluzione del virus. Una possibilità potrebbe essere optare per un vaccino annuale che protegga da Omicron e da possibili nuove varianti”.

Secondo Marco Cavaleri, capo della strategia vaccinale dell’Ema, “ci sono prove insufficienti da parte dei trial clinici o dal mondo reale a supporto di una raccomandazione sulla popolazione generale” del secondo booster.

I Paesi in cui è già iniziata la somministrazione

In Israele le somministrazioni della quarta dose sono cominciate già all’inizio di gennaio, almeno per gli ultrasessantenni e le persone maggiorenni più a rischio. In un mese circa 600mila persone hanno ricevuto il vaccino. Negli Stati Uniti i Cdc hanno autorizzato la somministrazione della quarta dose ai soggetti fragili a cinque mesi dal booster. Anche in Spagna la situazione è simile. A metà gennaio le autorità sanitarie hanno dato il via libera all’inoculazione della quarta dose alle fasce più a rischio, sempre a cinque mesi di distanza dalla terza dose. Pure la Danimarca ha adottato una soluzione analoga nello stesso periodo. In Germania la quarta dose è stata autorizzata solo per alcune categorie di persone: ultrasettantenni che vivono in case di cura, personale medico e persone con un sistema immunitario compromesso. In Ungheria, invece, la somministrazione del secondo booster è aperta a tutti.

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