Libération conferma la morte di Luc Montagnier, il Premio Nobel No Vax

Se si fa una semplice ricerca sul web che metta insieme “Premio Nobel” e “vaccino”, quasi certamente ciò che si troverà è il profilo di Luc Montagnier. Che della medicina è stato sì uno storico luminare, che però da molti anni era diventato una scheggia impazzita dell’universo accademico. Tanto più che, allargando il campo, si nota come tanti colleghi a loro volta premiati dall’Accademia di Stoccolma la pensino in maniera opposta.

Oggi, giovedì 10 febbraio 2022, il Premio Nobel si è spento all’età di 89 anni. La conferma è arrivata dal quotidiano francese Libération.

Luc Montagnier, dalla scoperta dell’Hiv all’universo No Vax

Negli ultimi anni figura di Luc Montagnier finita al centro di numerose polemiche, nonostante il Premio Nobel del 2008. Questo a causa di una serie di esternazioni che gli hanno provocato la censura della comunità scientifica. Ma anche diverse decine di denunce per la sostanziale disinformazione messa in atto su svariati argomenti. Di cui il vaccino è solo l’ultimo della lista.

Luc Montagnier vinse il Premio Nobel per aver isolato il virus dell’Hiv con Françoise Barré-Sinoussi. Tuttavia già nell’anno successivo alla proclamazione di Stoccolma fu travolto dalle polemiche per aver dichiarato che l’Aids era curabile semplicemente migliorando la propria alimentazione. Negli scorsi mesi, invece, era arrivato a sostenere chei non vaccinati salveranno l’umanità. Perché i vaccini non proteggono assolutamente. Contengono una proteina tossica, è un crimine assoluto somministrarli“. Parole che lo hanno reso un “eroe” dei No Vax.

Un Premio Nobel No Vax: ma a favore del vaccino sono decine

La verità, però, è che i luminari della medicina vincitori del Premio Nobel che affermano esattamente il contrario sono la stragrande maggioranza. Ben quindici dei quali nel luglio 2020 firmarono una lettera indirizzata al capo dei National Institutes of Health degli Stati Uniti, chiedendo di insistere sui vaccini. Addirittura si supplicò diInfettare volontari per accelerare la ricerca di un vaccino sicuro ed efficace contro Covid-19“. Tra loro citiamo i nomi di Mario Capecchi, genetista veronese naturalizzato statunitense, Carol Greider, Oliver Hart, Lou Ignarro, William G. Kaelin Jr., Craig Mello, Edvard e May-Britt Moser, Sir Richard Roberts, Alvin Roth, Jack Szostak e Arieh Warshel.

La stessa Françoise Barré-Sinoussi, co-vincitrice del Premio Nobel 1983 con Luc Montagnier, la vede all’opposto rispetto all’antico collega. Tanto da essere divenuta una dei firmatari dell’appello affinché il vaccino possa essere somministrato liberamente all’intera cittadinanza mondiale. Una causa che anche Edmond Henri Fischer ha sottoscritto. E lo stesso si può dire di chi ha ottenuto il prestigioso riconoscimento in altri campi. Come l’economista Joseph Stiglitz, fervente difensore dei vaccini e della loro liberalizzazione.

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