Medici, un anno fa la prima vittima Covid: “Più di 300 colleghi morti”

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L’11 marzo del 2020 scompariva il presidente dell’Ordine dei Medici di Varese, Roberto Stella. Un amico, un collaboratore, una persona per noi importante. Perché si occupava di un settore fondamentale della professione, ossia la formazione“. Così Filippo Anelli, presidente dell’Ordine Nazionale dei Medici, ricorda la scomparsa del collega Roberto Stella, primo medico morto di Coronavirus in Italia.

Le ore terribili della scomparsa del dottor Stella

Sono stati giorni difficili. Difficili anche da raccontare, perché tutto è avvenuto molto in fretta. Non ci siamo neanche accorti delle ore che passavano. La notizia del presidente che non sta bene, che viene ricoverato. E dopo quattro giorni una mattina, alle sette, ci avvisano che è morto“, è la testimonianza di Giovanna Beretta, attuale presidente dell’Ordine dei Medici di Varese.

Un periodo in cui la minaccia del Coronavirus era già reale e tangibile, ma forse ancora difficile da delineare con chiarezza. “Quello sgomento era corretto – sottolinea la dottoressa Beretta –. Ci ha anticipato l’anno che avremmo passato. Difficile è stato anche solo trovare le motivazioni per continuare. In quelle settimane lavoravamo in un clima di incertezza totale, e anche adesso dopo un anno facciamo davvero fatica. La fatica è stata la compagna di tutto quest’anno. Solo la speranza dei vaccini ci fa sorridere“.

I medici uccisi dal Coronavirus da inizio emergenza

Insieme con Roberto sono scomparsi 333 medici, ad oggi. È stata una strage. Un numero elevatissimo, anche nei confronti del resto d’Europa – rimarca il dottor Anelli –. Noi nella prima fase del Covid pensavamo che tutto questo fosse collegato con la mancanza dei dispositivi di sicurezza. Per cui ci siamo impegnati per fare accordi con la Protezione Civile e con il Ministero. Ci siamo fatti anche tramite per consegnare attraverso gli ordini le mascherine ai medici di Medicina Generale. Abbiamo fatto di tutto“.

Purtroppo, però, non si è rivelato sufficiente. “Nella seconda fase il numero dei medici scomparsi è improvvisamente tornato a salire. Come se fossimo nella prima ondata. E quindi abbiamo compreso che il problema non era soltanto quello dei dispositivi. Era anche il modo di organizzare il servizio“, è l’amara confessione di Anelli.

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