In tribunale con le infradito: Velletri dice ‘stop’ all’abbigliamento da spiaggia

Il gran caldo ha evidentemente spinto più di una persona a ‘sbracare’ negli edifici pubblici, indossando un abbigliamento più adatto alla domenica al mare. Così il Tribunale di Velletri ha deciso di scrivere nero su bianco un duro monito contro coloro che erano entrati in sede addirittura con le infradito.

Che cosa ha scritto il presidente del Tribunale di Velletri sulle infradito

“Il presidente, rilevato che con l’approssimarsi della stagione estiva è stata riscontrata la presenza nel Tribunale di persone in abbigliamento non adeguato al decoro dell’Ufficio. Visti gli articoli 128 c.p.c. 470 e 471 c.p.p. che disciplinano lo svolgimento delle udienze”, il Tribunale di Velletri “dispone il divieto assoluto di ingresso all’interno” della sede “e nelle aule di udienza in abiti succinti e non consoni al decoro dell’Ufficio (pantaloni corti, short, infradito o ciabatte, canottiere ecc)”.

Il presidente, Mauro Lambertucci, va giù duro e aggiunge. “Il personale addetto alla sicurezza dovrà vigilare sull’osservanza del provvedimento e impedire l’accesso a chi non lo rispetta. Copia del provvedimento è stata affissa nelle sedi del Palazzo di Giustizia. Inserita nel sito web del tribunale, comunicata agli addetti alla vigilanza, ai Magistrati dell’ufficio per conoscenza e al Consiglio dell’Ordine degli avvocati,. Affinché poi i legali avvisino i propri assistiti e i testimoni di attenersi alle regole.

I precedenti nelle sedi giudiziarie

Non è la prima volta che nei Tribunali circolano richiami e regolamenti o semplicemente un presidente rimproveri o si irriti per l’abbigliamento considerato poco attinente con il luogo. C’è chi in passato ha chiesto calze per le donne anche d’estate, scarpe chiuse e spalle coperte, giacca e cravatta per gli uomini. Un avvocato romano ricorda di aver dovuto sostituire una collega di studio “dagli abiti particolarmente sgargianti, scollata e gonna corta su richiesta del presidente di sezione del Tribunale civile in viale Giulio Cesare. Le disse testualmente che non era in condizione di partecipare”.

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