I pizzaioli di Napoli rispondono a Briatore: “Non accettiamo lezioni sulla pizza”

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Come prevedibile, le dichiarazioni con cui Flavio Briatore ha difeso la catena di locali Crazy Pizza, dove una Margherita costa 14 €, hanno sollevato parecchie polemiche. In un video pubblicato su Instagram, l’imprenditore ha parlato della grande qualità degli ingredienti usati nei suoi ristoranti e ha messo in dubbio quella delle pizze vendute a quattro euro. Un’accusa che i pizzaioli napoletani non sono proprio riusciti a mandare giù e che ha portato alla nascita di un evento che ha rappresentato una risposta concreta alle parole di Briatore. Presso la storica pizzeria Sorbillo ai Tribunali, nel centro storico di Napoli, i cittadini hanno avuto la possibilità di acquistare la Margherita a quattro euro, mentre la pizza “a portafoglio” è stata distribuita gratis agli avventori. I pizzaioli hanno approfittato dell’occasione per spiegare come nasce questo prodotto “super-economico, ma sano e genuino” e a quali costi.

Alla riscoperta della pizza napoletana

L’iniziativa è stata comunicata da Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale e presidente della commissione Agricoltura della Campania. Il politico ha anche spiegato di aver deciso di convocare “una commissione congiunta con il presidente della commissione attività produttive Giovanni Mensorio per audire i maestri pizzaioli e gli esperti grazie ai quali negli anni si sono ottenuti importanti riconoscimenti, come il marchio Stg (Specialità Tradizionale Garantita) e il riconoscimento Unesco”.

Sulla pizza napoletana nona accettiamo lezioni da chi non ha nessun titolo per farne”, ha dichiarato Borrelli. “Probabilmente Briatore ha innestato questa polemica per farsi pubblicità, ma con i suoi modi ha offeso chi questo prodotto l’ha reso grande ed esportato in tutto il mondo e miliardi di utenti che ogni anno si sfamano a prezzi popolari”, ha aggiunto.

In occasione dell’evento organizzato nel centro storico di Napoli, il maestro pizzaiolo Gino Sorbillo ha rilanciato la tradizione della pizza a 8 giorni. “Si tratta di un tipico sistema che si utilizzava a Napoli, soprattutto nei bassi, in momenti di profonda crisi. Il cittadino mangiava la pizza, generalmente quella fritta, con la promessa di ritornare a pagarla otto giorni dopo. Il debito veniva sempre pagato e il sistema funzionava alla perfezione. Chi immagina di trasformare questo prodotto in un marchio per ricchi sbaglia di grosso: la pizza deve restare un prodotto ‘povero’, alla portata di tutti”, ha concluso Borrelli.

“Le mode passano, la tradizione resta”

Anche Salvatore Grasso, il presidente dell’Unione delle pizzerie storiche napoletane “Le Centenarie”, ha risposto a Briatore, dichiarando che “le mode passano, la tradizione resta”. “Le nostre attività solo sul mercato da oltre un secolo, ma, per favore, non chiamiamo il locale di Briatore pizzeria”, ha aggiunto. “Il suo scontrino medio non è determinato dal prezzo della pizza. Il suo è un format vincente e ne siamo contenti, ma un locale storico che vive da oltre un secolo non è certo da meno”.

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