Fase 3, a Torino la protesta degli Ncc: “Siamo rovinati”

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Nonostante l’ingresso nella cosiddetta Fase 3, non si placa la preoccupazione dei lavoratori di diversi settori messi in ginocchio durante il lockdown. A Torino, in questo senso, hanno manifestato davanti alla sede della Regione Piemonte numerosi rappresentanti e autisti di aziende di bus turistici e noleggio con conducente. I protagonisti della contestazione hanno anche bloccato il traffico del centro della città e fatto sentire la loro voce attraverso i clacson. Tema della protesta, stando a quanto dichiarato dai responsabili della manifestazione, la comunicazione ritenuta non efficace da parte del governo.

Gli Ncc: “Preoccupati per quello che accadrà da settembre”

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“Siamo alla rovina, a gran parte dei dipendenti non sono arrivate le casse integrazioni, da settembre dovremo pagare i leasing e i finanziamenti al momento bloccati – dice Marco Ferrari, referente regionale della Fai Trasporto Persone -. Gli Ncc sono in una situazione davvero grave. Avendo chiuso completamente l’Italia non ci sono stati turisti, non si sono svolti congressi, le scuole sono chiuse, i pullman non possono trasportare le persone, gli aeroporti sono chiusi. Come Ncc, inoltre, non possiamo prelevare persone per portarle a meeting, conferenze e simili”.

Il problema del distanziamento sui mezzi

“La Regione Piemonte ci aveva dato la possibilità di intervenire facendo consegne a domicilio – ha aggiunto Ferrari -, però questo tipo di attività è stato abbastanza legato alle aziende, molte avevano già in proprio dei mezzi di trasporto. In Italia siamo circa 60mila aziende tra Ncc e bus, i mezzi si moltiplicano a seconda dell’azienda stessa”.

C’è poi il problema del distanziamento sui mezzi. Per Ferrari c’è una disparità di trattamento con gli aerei: “La maggior parte delle compagnie aeree ha dichiarato che ricomincerà a viaggiare senza distanziamento, solo con voli completi e obbligo di mascherina. Non capisco perché noi, che potremmo utilizzare sui pullman le stesse misure di sicurezza, non possiamo riempirli”.

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