Da tossicodipendente con epatite C a operatore sociale: il percorso di Luca

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Da ragazzo ho fatto uso di tante sostanze. Ho provato un po’ di tutto, fino ad arrivare a eroina e cocaina per via endovenosa. E così ho preso l’epatite C. Una cosa che ho vissuto sempre molto male“. Inizia così la testimonianza di Luca, arrivato nel 2015 a Villa Maraini. È qui che inizia la sua nuova vita, prima curando il virus dell’Hcv e poi riuscendo a liberarsi dalla dipendenza dalle droghe.

La storia di Luca con le droghe e la tossicodipendenza

Sono Luca, e sono un ex tossicodipendente. La mia storia con le droghe – ha spiegato – inizia intorno ai 15-16 anni, con alcool e canne. Intorno ai 21 anni sono approdato all’eroina. E dopo un po’, con l’uso endovenoso cioè le siringhe, anche eroina e cocaina insieme. Nel giro di qualche anno ho scoperto di avere l’epatite C. Esperienza che ho vissuto come un marchio indelebile. Sembrava qualcosa di non risolvibile e di cui rendere conto. Anche a se stessi, oltre che agli altri“.

Quando ho deciso di rivolgermi a Villa Maraini e di chiedere aiuto, ho iniziato a compiere un percorso su me stesso per cercare di uscire dal problema dell’uso di sostanze. Così ho potuto accedere, dopo un po’ di tempo, alle nuove cure per l’epatite. Per cui, dopo due mesi, ero finalmente negativo“. Quello, per Luca, è stato decisivo: “Un momento molto importante, che mi ha dato grande gioia e sollievo. Ed è stato molto importante per pormi gli obiettivi successivi per riappropriarmi della mia vita“.

Dal fardello dell’epatite C alla redenzione

Liberarmi del fardello dell’epatite C – racconta Luca – è stata la spinta a uscire anche dal tunnel della tossicodipendenza. Dopo tre anni in comunità terapeutica, ho concluso il mio programma. Nel frattempo ho fatto il corso per diventare volontario di Croce Rossa, ancora prima che finissi il programma di recupero. A quel punto sono iniziati il volontariato e il tirocinio presso tutte le attività della nostra fondazione. Ossia i servizi di bassa, media e alta soglia, come la comunità terapeutica. Ci sono però anche servizi, dove ci sono persone che hanno meno motivazione“.

Buona parte del mio volontariato l’ho svolta presso la nostra unità di strada, che va nella bassissima soglia. Cioè nei posti dove la gente va a comprare la droga, eroina e cocaina soprattutto. Passare dall’altra parte, e poterci essere, è stata una redenzione. Una catarsi. Il percorso non è stato facile. Ma quando leggi sulle analisi che sei negativo all’epatite C, dopo un problema durato anni, arriva il cambio di passo nel tuo percorso di terapia“, ha concluso Luca.

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