Alluvione Emilia Romagna, il piano di Figliuolo

Sono passati poco più di due mesi dall’alluvione che ha piegato l’Emilia Romagna, e si continua a lavorare per la riportare la situazione a prima dell’emergenza. Servono fondi, tanti, e un intervento veloce e preciso. Proprio sulla questione dell’erogazione delle risorse rispetto all’alluvione, Francesco Paolo Figliuolo, neo eletto commissario alla ricostruzione, è intervenuto nella replica in commissione Ambiente della Camera, dichiarando: “Io vengo dalla Basilicata, e purtroppo nel terremoto che colpì negli anni ’80 la Basilicata e l’Irpinia si assistette a fenomeni, che qui sicuramente non capiteranno, però ritengo che a tutti i livelli un minimo di controlli veloci informatizzati vanno comunque fatti. Perché io, e voi parlamentari me lo insegnate, abbiamo il dovere morale e cogente di dare a chi ha patito i danni“. 

Il commissario ha aggiunto che è importante “una messa in sicurezza iniziale a settembre per fare in modo che a ottobre ci sia un minimo di garanzia”. La priorità va data all’apertura regolare delle scuole, un “fattore fondamentale per la tenuta sociale di un territorio. Per la ricostruzione coinvolgeremo i territori, tecnici ed esperti, e il mondo accademico attraverso gruppi di lavoro perché l’importante è avere contezza del quadro emergenziale. Poi va sviluppato il progetto e poi la spesa” ha concluso.

Le dichiarazione di Figliuolo

Figliuolo ha poi parlato dei numeri in ballo per la ricostruzione. “Con il pieno supporto del Mef ci siamo già attivati per l’apertura della contabilità speciale a me intestata, e sulla quale saranno attestate le risorse. Rilevo che, per il 2023, sono stati stanziati 1 miliardo e 28 milioni di euro, mentre, per il 2024 e il 2025 sono stati previsti, rispettivamente, 750 milioni e 841 milioni di euro”, ha dichiarato.

Francesco Paolo Figliuolo, neo eletto commissario alla ricostruzione
Immagine | Foto Newsby – Newsby.it

Si partirà, dunque, ragionando prima sul 2023, poi sulle esigenze del 2024 e del 2025, che potranno essere integrate con misure specifiche in caso di necessità. “In merito, ritengo di poter dire che opereremo, innanzitutto, cercando di impiegare nel miglior modo possibile quanto reso disponibile nel 2023, procedendo secondo norma. Allo stesso tempo, come ho precisato, costruiremo il quadro delle esigenze da soddisfare per il 2024 e il 2025 e chiederemo, qualora necessario, di integrare le risorse con misure ad hoc coerenti, in termini temporali, con le reali capacità di spesa” ha dichiarato il commissario.

C’è una cosa, tuttavia, che ha la priorità per Figliuolo: aiutare e intervenire nei paesi più piccoli, quelli ritenuti più esposti. I fondi andranno qui, inizialmente. “La prima cosa che farò, quando avrò accesso alle risorse e dopo aver fatto le verifiche, sarà di erogare i fondi partendo dai Comuni più piccoli e più esposti”.

Prima i più piccoli

Figliuolo sembra avere dunque le idee chiare su come muoversi – e sul da farsi – per intervenire sul territorio emiliano. Anzitutto, l’idea è quella di ‘alleggerire’ la burocrazia, vero zoccolo duro dell’Italia. “Invieremo tramite i sub-commissari la modulistica più semplice possibile che però tenga conto degli obblighi di legge e della trasparenza. Faremo in maniera veloce, non affrettata, per essere sicuri di dare a chi effettivamente ha avuto il danno. A tutti i livelli ci saranno i controlli, veloci, ma che vanno comunque fatti, perché è un dovere morale quello di dare a chi ha patito i danni”, ha dichiarato.

Nonostante la volontà di ridurre la burocrazia, ci sarà “sicuramente, con attenzione particolare, una gestione ordinata e corretta delle risorse”, aveva dichiarato Figliuolo durante l’audizione. Ora, nel corso della replica, ha annunciato che lui, e i tecnici, saranno costantemente presenti nel territorio. “Domani sarò a Forlì, il 1 agosto sarò a Bologna ma i miei giri non si fermeranno qui, poi ci saranno giri di verifiche e di controllo. Noi lavoreremo con tutti i tecnici e coinvolgendo i territori. Si deve fare un lavoro in maniera scientifica tenendo conto che i vecchi paradigmi potrebbero non essere quelli attuali dal momento che di certi fenomeni, di cui discutiamo adesso, non c’è neanche una statistica“.

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